Secondo il Codacons, Catania è la città più cara d’Italia per quanto riguarda la tassa sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La tariffa, infatti, dai 253 euro del 2012 è passata ai 314 euro del 2022, con un incremento del +24,1%.
La spesa media dei catanesi risulta pari a 595 euro annui. Al contrario, nella classifica Codacons la città meno cara è Udine, con 175 euro annui a famiglia.
Complessivamente, la spesa delle famiglie italiane per luce, gas, acqua e rifiuti sale di 1.625 euro a nucleo in 10 anni, registrando un aumento in media del 68,7%. Tuttavia, durante lo stesso periodo di tempo, secondo i dati ufficiali Istat, il reddito netto medio delle famiglie è aumentato solo dell’11,5%, passando dai 29.426 euro del 2012 ai 32.812 euro annui del 2020 (ultimo dato Istat disponibile).
“La spesa per le utenze domestiche ha registrato un’impennata nell’ultimo decennio, ma i servizi non sono certo migliorati – ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Pesanti criticità si registrano soprattutto sul fronte idrico, dove le bollette risentono della rete colabrodo italiana caratterizzata da ingenti perdite e carenze strutturali che vengono scaricate sulle tariffe. Discorso a parte meritano le tariffe energetiche, letteralmente impazzite tra il 2021 e il 2022 per effetto delle quotazioni sui mercati”.
Per l’anno 2023, le previsioni non sono positive: “Il gas, dopo le ultime riduzioni, ha invertito la rotta e ha già registrato un rialzo delle tariffe del 22,4% ad aprile – ha dichiarato Rienzi -; i prezzi dell’energia continuano a subire la volatilità dei mercati, mentre l’inflazione alle stelle e i costi in crescita porteranno ad un inevitabile rincaro delle tariffe di acqua e rifiuti nel corso dell’anno”.