Tra gli eventi e le tradizioni di Catania, la festa del Santo Chiodo è dimenticata da tempo: ecco la storia di questa manifestazione perduta dalla città etnea.
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Catania è una città che non dorme mai e, soprattutto quando c’è da fare festa, il capoluogo etneo e i suoi abitanti non si tirano mai indietro. Infatti, tra ricorrenze, pietanze tipiche, festeggiamenti e tradizioni da rispettare, Catania riveste sicuramente un ruolo di primo piano in contesti di celebrazioni culturali che riprendono la tradizione. Tuttavia, non sempre le tradizioni riescono a essere tramandate di generazione in generazione e, purtroppo anche di frequente, può succedere che alcuni costumi e memorie culturali si perdano nel tempo.
Un esempio di tradizione dimenticata per quanto riguarda la città di Catania è quella della festa del Santo Chiodo. Ignota ai più giovani e forse poco nota tra chi ha qualche anno (e ricordo) in più, la celebrazione del Santo Chiodo non fa più parte degli eventi celebrati a Catania. Ma qual è la storia di questa tradizione?
Prima di scoprire la storia della tradizionale festa del Santo Chiodo a Catania è importante comprendere in cosa consiste l’oggetto protagonista della celebrazione, vale a dire il “Santo Chiodo”. Come facilmente intuibile, con questo termine si fa riferimento a uno dei “Sacri Chiodi” o “Santi Chiodi” che sono stati utilizzati per crocifiggere Gesù Cristo.
Secondo la tradizione religiosa, i chiodi, che rappresentano delle vere e proprie reliquie, sarebbero tre o quattro e rivestirebbero un ruolo fondamentale nel culto cristiano. Ma qual è il legame di Catania con questa reliquia? Secondo la tradizione, il Santo Chiodo della città etnea fu donato a Martino il Giovane al monastero benedettino di San Nicolò l’Arena, come riportato anche in alcuni testimonianze sacre. Fu così che, una volta giunto a Catania, il Santo Chiodo divenne il protagonista di una festa religiosa che coinvolgeva la città intera.
Come anticipato, il Santo Chiodo era stato donato ai benedettini del complesso monastico di San Nicolò di Catania, i quali lo portarono con loro quando si trasferirono dalla loro sede di Nicolosi verso l’attuale monastero sito nel pieno centro della città etnea.
In seguito a tale trasferimento e alla presenza di una reliquia di tale importanza a Catania, venne organizzato un evento religioso che prevedeva la processione del Santo Chiodo in giro per la città. Nello specifico, la reliquia faceva tappa per alcuni giorni nei vari monasteri e conventi di Catania, i quali erano in numero maggiore rispetto ai giorni nostri, considerando che si ridussero notevolmente in seguito al terremoto del Val di Noto dell’11 gennaio 1693.
In particolare, la Festa si svolgeva il 14 settembre negli anni che andarono dal 1601 al 1866. Tuttavia, la tradizione fu ripresa per pochi anni in tempi decisamente più recenti, dal 1990 al 1993, sempre nel giorno dedicato all’esalatazione della Santa Croce.
Nonostante l’interruzione della tradizionale festa del Santo Chiodo a Catania, la celebrazione è narrata come una delle più sentite dai cittadini, probabilmente anche considerando la rilevanza della reliquia e il trasporto della città per simili tradizioni religiose.
Come anticipato, nei primi anni ’90 del Novecento ci fu un tentativo di riproporre la festa nella città di Catania, conseguentemente alla presenza di alcuni monaci a San Nicolo l’Arena, come riportato da Santo Privitera su La Sicilia nel settembre 2020. Tuttavia, l’impegno dei volontari che si spesero per l’organizzazione della manifestazione dal 1990 al 1993 e che riportò la celebrazione ai fasti di un tempo non proseguì dopo il definitivo trasferimento dei benedettini al monastero di Nicolosi, lasciando che la festa del Santo Chiodo rimanesse un ricordo di pochi.
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