Lingua e parità di genere in Italia: cosa dice l’Accademia della Crusca

Lingua e parità di genere, a che punto siamo in Italia? Ecco le ultime istruzioni dell'Accademia della Crusca riguardo all'uso di schwa, asterischi e femminile.

Lingua e parità di genere: quale “regola” seguire in Italia? Il tema dell’uguaglianza di genere è sempre più studiato a partire da diversi anni a questa parte, e di recente, in Italia si è iniziato anche a fare attenzione all’uso di un linguaggio che sia inclusivo. Infatti, sebbene la lotta ai comportamenti discriminatori sia attiva da diverso tempo, molto spesso è possibile discriminare anche attraverso le parole. E molte di queste espressioni e comportamenti linguistici “poco inclusivi” sono radicati proprio nel linguaggio quotidiano e nel lessico comune della lingua italiana.

A tal proposito, sono diverse le reazioni alla discriminazione che sono state messe in pratica in tutto il mondo e anche in Italia. Tuttavia, anche l’Accademia della Crusca si è esposta sul tema della lingua e parità di genere: ecco qual è il recente parere dei linguisti della Crusca in merito al linguaggio inclusivo in Italia.

Lingua e parità di genere: le soluzioni

Come riportato in apertura, la ricerca di forme linguistiche della lingua italiana che siano inclusive ha già prodotto delle opzioni in passato. Infatti, sono state proposte diverse soluzioni per la lingua scritta e parlata per utilizzare un italiano inclusivo. Per esempio, nella lingua scritta, soprattutto nel mondo del web, è diventato sempre più comune l’uso dell’asterisco al posto delle desinenze che definiscono il genere, in modo da evitare la caratterizzazione del termine.

Advertisements

Sfrutta i vantaggi di TEMU destinati agli studenti universitari per ottenere un pacchetto buono di 💰100€. Clicca sul link o cerca ⭐️ apd39549 sull'App Temu!

Un’alternativa all’ipotesi dell’asterisco è quella dello schwa, un segno grafico il cui simbolo è il seguente: [ə]. Secondo l’Enciclopedia Treccani, lo schwa ha un adattamento italiano che corrisponde al termine “scevà” ed è una trascrizione tedesca dell’ebraico “shĕvā”, il cui significato è “nulla” o “zero”. Questo segno, proprio come l’asterisco è utilizzato al posto delle desinenze di genere per dare un senso neutro, così come il suo suono, dato che non si pronuncia.

Inclusività: cosa dice l’Accademia della Crusca

Ma qual è il parere dell’Accademia della Crusca in merito al linguaggio inclusivo in Italia? Proprio pochi giorni fa, in seguito ad un quesito posto dal Comitato Pari Opportunità del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione riguardo la scrittura rispettosa della parità di genere, l’Accademia ha risposto con delle istruzioni all’uso del linguaggio inclusivo in Italia.

Nello specifico, la Crusca si è espressa in maniera contraria rispetto alle reduplicazioni retoriche, come nelle formule “lavoratori e lavoratrici, cittadini e cittadine, impiegati e impiegate”, preferendo delle forme neutre quali “persone, personale e dipendenti” e, se queste non dovessero esistere, preferire il maschile plurale “inclusivo”. Altro tema in merito al quale l’Accademia si è definita contraria è l’uso dell’articolo davanti ai cognomi di donne. Infatti, questa pratica comune è intesa come superflua e discriminatoria, e per far intendere che si parla di una donna basta aggiungere “il nome al cognome, o eventualmente la qualifica”, come in “La presenza di Maria Rossi” o “La presenza della testimone Rossi”.

In occasione del parere espresso dalla Crusca in merito al linguaggio giuridico, l’Accademia ha anche rigettato l’uso di “segni eterodossi” come asterisco e schwa, definiti “sperimentazioni innovative minoritarie” che non sarebbero utili nella lingua giuridica. “In una lingua come l’italiano – riporta l’Accademia della Crusca -, che ha due generi grammaticali, il maschile e il femminile, lo strumento migliore per cui si sentano rappresentati tutti i generi e gli orientamenti continua a essere il maschile plurale non marcato, purché si abbia la consapevolezza di quello che effettivamente è: un modo di includere e non di prevaricare”.

Infine, sempre in funzione dell’inclusività, l’Accademia si è espressa favorevole all’uso del femminile per nomi di cariche e professioni, al cui uso “si deve far ricorso in modo sempre più esteso”. Questo è il caso di “magistrata, prefetta, avvocata, avvocata, medica, chirurga, marescialla” e ancora di “la presidente, la giudice, la consulente tecnica, questora, (sostituta) procuratrice, Pubblica Ministera”.

Linguaggio inclusivo: esempi nel mondo

Chiaramente l’Italia non è l’unico Paese al mondo che sta fronteggiando la questione della lingua e della parità di genere. Infatti, opzioni di un linguaggio inclusivo che sia neutro sono valutate in diverse lingue, sebbene la presenza del genere neutro in un idioma possa rappresentare una valida alternativa. Tuttavia, esistono alcuni termini che sono “naturalmente” legati ad un genere: è il caso di tutte le parole che contengono “man” in inglese come “mailman, mankind, anchorman”. In tutti questi casi, da tempo si stanno cercando espressioni alternative che siano neutre come “mail carrier, humanity, anchorperson”.

E ancora, un caso particolare è quello del francese, dove sono state studiate diverse opzioni che includono sia il femminile che il maschile. Per esempio, aggiungendo delle parentesi contenenti la desinenza femminile, come nella parola “musicien(ne)”, o scrivendo la E in maiuscolo come in “motivéEs”. Infine, un altro modo è quello dell’uso del trattino o del punto tra la parola al maschile e la desinenza da aggiungere per rendere il femminile, come in “musicien-ne-s”, in modo tale da poter inglobare entrambi i generi in una sola parola.

Martina Bianchi

Con una laurea magistrale in Global Politics and Euro-Mediterranean Relations e una triennale in Scienze e Lingue per la Comunicazione, coltiva l'interesse per il giornalismo scrivendo per LiveUnict. Appassionata di lingue straniere, fotografia, arte e viaggi, mira ad un futuro nelle Relazioni Internazionali nel campo dei Diritti Umani, in difesa dei più deboli. Coordina la Redazione di LiveUniCT da Maggio 2022. Email: m.bianchi@liveunict.com

Pubblicato da
Martina Bianchi

Articoli recenti

Catania, 27enne colto in flagranza con 62 bustine di marijuana: arrestato

Un uomo di 27 anni è stato arrestato, dopo essere colto in flagranza, per detenzione…

11 Maggio 2024

Palio d’Ateneo 2024: Ingegneria si aggiudica la XIX edizione

Palio d'Ateneo 2024: il dipartimento di Ingegneria si aggiudica la XIX edizione della manifestazione sportiva…

10 Maggio 2024

Catania, ruba auto ma era già destinatario di un ordine di arresto: in manette 46enne

Un uomo di 46 anni, già destinatario di un mandato di arresto, è finito in…

10 Maggio 2024

Palio d’Ateneo 2024: tanta attenzione per l’ambiente sui social

Palio d'Ateneo 2024: grande attenzione alla sostenibilità. Nove dipartimenti hanno realizzato dei video per promuovere…

10 Maggio 2024

Palio D’ateneo 2024, la competizione è nel vivo: le parole degli studenti

Riparte il Palio D'ateneo 2024, dopo l'interruzione causa maltempo. Ecco le parole degli studenti, durante…

10 Maggio 2024

Nuovo disservizio idrico a Catania: le zone interessate

Nuovo disservizio idrico annunciato da Acoset nel territorio etneo. Ecco qual è la zona interessata…

10 Maggio 2024

Questo sito utilizza cookie tecnici e cookie di profilazione di terze parti per la gestione pubblicitaria. Puoi esprimere le tue preferenze sui singoli programmi pubblicitari cliccando su "maggiori informazioni". Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie.

Privacy Policy