In Spagna nell'ultima settimana è stata approvata una legge che prevede la Ley Trans, il congedo mestruale e l'aborto libero. Ma nel resto del mondo e soprattutto in Italia a che punto siamo?
Giovedì 16 febbraio è stata una giornata storica per la Spagna poiché il Parlamento spagnolo ha approvato la “Ley trans”, il congedo mestruale e la riforma dell’aborto libero. Ma negli altri stati europei a che punto siamo? Soprattutto in Italia qual è la situazione? La redazione di LiveUnict ha deciso di analizzarla.
La “Ley Trans” prevede la possibilità a chi ha più di 16 anni di determinare la propria identità di genere. Per aborto libero in Spagna, invece, si intende la possibilità di garantire l’aborto “libero e sicuro” a tutte le ragazze di 16 e 17 anni senza la firma di un tutore. Inoltre, con questa legge si introduce anche la distribuzione gratuita di assorbenti e prodotti di igiene intima per il ciclo mestruale in scuole, carceri ed enti pubblici.
All’interno della riforma dell’aborto libero viene disposto che la pillola del giorno dopo sia gratuita nei centri sanitari e disponibile in tutte le farmacie. Viene riconosciuto un congedo di malattia per le donne che si sono sottoposte ad aborto e viene garantito il diritto all’educazione sessuale anche con la distribuzione gratuita di contraccettivi nei centri educativi delle carceri.
Infine, il Parlamento spagnolo ha approvato il congedo mestruale. Infatti, con un certificato rilasciato dal proprio medico si potrà richiedere da tutte le donne che soffrono di mestruazione dolorose e invalidanti.
Il liceo artistico Nervi Severini di Ravenna è la prima scuola in Italia che da inizio 2023 ha riconosciuto il congedo mestruale alle studentesse. Di fatto, non verranno conteggiati i giorni di assenza dovuti ai crampi e ai dolori mestruali invalidanti. A volerlo sono stati proprio gli studenti e le studentesse della scuola, che hanno ottenuto una modifica del regolamento di istituto.
Tuttavia, in Italia la proposta di legge riguardante il congedo mestruale a lavoro è ferma dal 2016.
Ma nel resto del mondo ci sono altri Paesi che prevedono il congedo per chi soffre di dismenorrea già da tempo, ovvero:
Insomma, l’Asia è molto più degli altri continenti, almeno in questo senso. Per le donne che devono fare i conti con sintomi invalidanti come crampi forti, nausea e svenimenti lavorare diventa davvero pesante.
In 42 paesi l’aborto è consentito solo quando è a rischio la vita della donna in gravidanza: Afghanistan, Antigua & Barbuda, Bahrain, Bangladesh, Bhutan, Birmania, Brasile, Brunei, Cile, Costa D’Avorio, Dominica, Gabon, Gambia, Guatemala, Indonesia, Iran, Isole Marshall, Isole Salomone, Kiribati, Libano, Libia, Malawi, Mali, Messico, Micronesia, Nigeria, Oman, Panama, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Siria, Somalia, Sri Lanka, Sud Sudan, Sudan, Tanzania, Timor Est, Tuvalu, Uganda, Emirati Arabi Uniti, Venezuela, Yemen.
In altri Paesi l’aborto viene consentito per motivi sanitari e terapeutici per preservare la salute fisica e mentale della donna incinta. Rientrano tra questi casi quando il feto ha delle malformazioni o quando è il frutto di stupro o incesto. Tra questi Paesi anche un membro dell’Unione Europea, la Polonia. I Paesi che limitano l’aborto in questo modo sono 51: Algeria, Angola, Arabia Saudita, Bahamas, Benin, Bolivia, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Ciad, Colombia, Isole Comore, Corea del Sud, Costa Rica, Repubblica democratica del Congo, Gibuti, Ecuador, Guinea equatoriale, Eritrea, eSwatini, Ghana, Grenada, Guinea, Israele, Giordania, Kenya, Kuwait, Lesotho, Liberia, Liechtenstein, Malesia, Mauritius, Monaco, Marocco, Namibia, Nauru, Niger, Pakistan, Perù, Polonia, Qatar, Repubblica Centrafricana, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Samoa, Seychelles, Togo, Trinidad e Tobago, Vanuatu, Zimbabwe.
Fra i Paesi in cui è possibile abortire senza altra imposizione troviamo Stati Uniti, Canada, Australia, Russia, Cina, Italia, Germania, Francia e molti altri in Europa.
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