Sciopero benzinai, mobilitazione terminata nel pomeriggio di ieri: i gestori di Fegica e di Figisc-Anisa hanno deciso di ridurre la protesta da 48 a 24 ore, una scelta a favore dei cittadini.
Sciopero benzinai che termina in anticipo rispetto a quanto programmato: alle 19 di ieri e alle 22 nelle autostrade, infatti, i gestori dei distributori di carburante hanno riaperto. “Una decisione presa per gli automobilisti, non certo per il governo, — precisano in una nota i gestori di Fegica e di Figisc-Anisa Confcommercio che inizialmente avevano programmato lo sciopero per la durata di 48 ore — uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto”.
Accuse, quelle da parte del governo, che fanno ricadere la responsabilità sui gestori dei distributori, come denunciato da Roberto Di Vincenzo, presidente della Fegica: “I cittadini italiani hanno capito che l Governo, ha incautamente scaricato sui gestori la responsabilità dell’aumento dell’accisa e li ha indicati come i veri speculatori“. Sciopero che ha comunque visto un’ ampia adesione, dell’80-90 %, pari a 12-13mila impianti sui 22mila totali.
Dichiarazioni in merito alla fine dello sciopero anche da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “È stato apprezzato l’impegno continuo del Governo a migliorare il testo del decreto legge che mantiene fisso il principio della trasparenza a beneficio sia dei consumatori che degli stessi gestori. Soprattutto è stata riconosciuta l’importanza dell’insediamento di un tavolo permanente per il riordino complessivo del settore”.
Tuttavia, la mobilitazione resta sempre dietro l’angolo, come avverte il presidente della Figeca. Decisivo sarà l’esito del tavolo dell’8 febbraio, sulla riforma del settore in cui i gestori hanno chiesto di includere anche i punti contestati del decreto Trasparenza.
Segni di disapprovazione da parte di Angac (associazione dei gestori autonomi) che considera questo sciopero un flop e che si propone come alternativa alle tre sigle. Non solo Angac, a sottolineare il flop dello sciopero anche Assoutenti, che chiede al Governo interventi sulla trasparenza da parte delle compagnie petrolifere.
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