4 italiani su 5 scelgono l'Europa come meta per emigrare all'Estero dall'Italia. Nell'ultimo anno sono stati 80.000 i giovani italiani a lasciare il proprio paese nativo.
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Da quando è scoppiata la pandemia da covid 19, i giovani italiani, che hanno deciso di lasciare la propria città in Italia ed emigrare in uno stato diverso sono stati numerosi. Solamente nell’ultimo anno, secondo una statistica, sono 80.000 i giovani italiani compresi tra i 18 e i 34 anni ad essere emigrati all’estero.
Le motivazioni sono differenti ma senz’altro la più favorita è la ricerca di un lavoro dignitoso purtroppo venuto a mancare in Italia.
Ma, nel concreto, quali sono le mete preferite dai giovani italiani neo laureati che decidono di andare a vivere all’Estero? La maggioranza dei neo-laureati prediligono i paesi del Nord Europa, in cui lo stipendio medio può arrivare ad essere anche il triplo rispetto a quello che si percepirebbe in Italia.
I giovani italiani che decidono di emigrare provengono in maggioranza dal Sud Italia. Secondo la ricerca condotta infatti:
Il 78,6% di chi ha lasciato l’Italia per espatrio nel corso del 2021 è andato in Europa, il 14,7% in America e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania. Nonostante la riduzione del numero delle partenze si rilevano ben 183 destinazioni differenti: 48 europee, 47 africane, 44 dell’Asia, 24 dell’America settentrionale e 14 latinoamericane, 6 dell’Oceania.
Le partenze per espatrio avvenute durante il 2021 sono state 83.781, la cifra più bassa rilevata dal 2014, quando erano più di 94 mila. Questo perché, si legge nel Rapporto, la pandemia da Covid ha impattato sul numero degli spostamenti dei nostri connazionali, riducendoli drasticamente.
Rispetto al 2021 risultano 25.747 iscrizioni in meno, una contrazione, in un anno, del -23,5%. L’identikit di chi è partito per espatrio da gennaio a dicembre 2021 è prevalentemente maschio (il 54,7% del totale), giovane tra i 18 e i 34 anni (41,6%) o giovane adulto (23,9% tra i 35 e i 49 anni), celibe/nubile (66,8%). I minori scendono al 19,5%. I coniugati si attestano al 28,1%.
Tuttavia, è anche vero che 500 mila laureati stranieri hanno scelto di vivere in Italia; nonostante questo possa sembrarci rassicurante, l’Italia è in realtà l’unico Paese europeo ad avere un saldo negativo fra ricercatori in uscita e in entrata: esso è infatti del -13%. Questi dati sono tutt’altro che rassicuranti e dovrebbero farci capire come il nostro Paese stia perdendo le menti più brillanti. Come afferma il ricercatore Benedetto Coccia “Una società dinamica e vivace non può temere la migrazione, può solo trovarne giovamento. Poi il problema non è se un giovane sceglie di andare all’estero, o fare un’esperienza di studio, lavoro o di stage in un altro Paese: se ciò rappresenta un’opportunità, è sano. Ma se si tratta di una fuga obbligata invece, questo non può che essere considerato un fallimento”.
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