L’attenzione all’ambiente è tra i temi fondamentali dell’agenda politico-sociale attuale, ma qual è la condizione di Catania a proposito di inquinamento e mobilità sostenibile? Ecco il punto della situazione secondo i rapporti di Legambiente e del MIMS.
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Se si chiedesse di indicare quali sono i temi centrali nell’agenda politica e sociale corrente, sarebbe certamente presente quello ambientale. Infatti, già da tempo, ma ancor più negli ultimi anni, il “green” e l’ecosostenibilità sono diventate delle tematiche che è impossibile ignorare. D’altra parte, gli effetti degli ormai tristemente cambiamenti climatici sono sempre più visibili all’essere umano, e non riguardano più solo luoghi remoti ma anche quelli in cui si vive. Inoltre, soprattutto nelle nuove generazioni, sta crescendo sempre più una “coscienza ambientale”, che prevede il rispetto e l’attenzione per le tematiche green. Un esempio evidente è il movimento dei Fridays for Future che si è ormai esteso in tutto il mondo e attira sempre più giovani e meno giovani in difesa dell’ambiente.
Dunque, com’è facile comprendere, sia l’allerta che l’attenzione per l’ambiente sono delle tematiche che riguardano il mondo intero, magari in maniera differente ma con risultati simili tra loro. E di certo la città di Catania non è esclusa dai cambiamenti in corso: basti pensare ai violenti nubifragi, alle ondate di calore che sempre più spesso si abbattono sulla città etnea e alle proteste dei giovani catanesi per la difesa dell’ambiente. Ma qual è la situazione di Catania a tal proposito? Ecco i dati più recenti a riguardo elaborati dai rapporti di Legambiente e del MIMS.
Purtroppo, i dati riguardanti Catania e il livello di inquinamento in città forniti da Legambiente non sono affatto rassicuranti. Infatti, secondo quanto riportato nel dossier “Mal’Aria. Verso città mobilità emissioni zero”, realizzato dall’ONG ambientalista nell’ambito della campagna europea “Clean Cities”, Catania supera abbondantemente i valori suggeriti per contenere l’inquinamento ambientale.
In particolare, si prendono come riferimento alcune unità di misura definite dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, quali le polveri sottili, indicati come PM10 e 2.5 e il biossido di azoto, NO₂. Nello specifico, per quanto riguarda Catania, la città ha superato per ben 11 giorni nel corso della prima parte del 2022 la media giornaliera indicata per il PM10. Questo livello, sebbene la cifra etnea sia ancora lontana dal limite massimo suggerito di 35 giorni di sforamento, pone in allerta perché è un dato che potrebbe peggiorare se non si agisce.
Inoltre, l’OMS ha indicato delle medie annuali per ogni singola unità di misura e anche in questo caso la situazione di Catania non è delle migliori. Infatti, per il PM10 Catania ha una media annuale in corso eccedente il valore dell’OMS pari al +75%, mentre per il PM2.5 si cresce fino al +160% e per il NO₂ si arriva persino al +195.
Tuttavia, Legambiente non si limita ad illustrare la grave situazione delle città italiane nel suo rapporto. Infatti, l’ONG ha dedicato una parte del suo dossier anche agli obiettivi e soluzioni per risolvere la problematica dell’inquinamento. Per quanto riguarda Catania, l’accento viene posto sulla condizione della città etnea di alta concentrazione e vicinanza di autostrade o tangenziali autostradali al centro urbano. A tal proposito, Legambiente sottolinea come i tentativi di imporre delle limitazioni di velocità massima in questi tratti stradali per ridurre le emissioni sono spesso andati vani, nonostante i possibili risvolti positivi in materia purificazione dell’aria.
Tra le soluzioni alla riduzione dell’inquinamento ambientale, quella sulla quale si cerca di spingere sempre più è senza dubbio la mobilità sostenibile. Le aree limitate al traffico, l’incentivazione all’uso di mezzi pubblici e l’alimentazione ecosostenibile di questi ultimi, puntando sempre più sull’elettrico, sono i cardini della mobilità sostenibile: ma qual è la situazione a Catania?
Secondo il rapporto di Legambiente, le Zone a Traffico Limitato (ZTL) e le aree con limitazioni di accesso per veicoli inquinanti (LEZ) sono insufficienti e inadeguate. “La ZTL a Catania si limita ad una superficie di inferiore al mezzo km quadrato, attorno alla pedonalizzata piazza Bellini, per altro non sempre adeguatamente controllata – si legge nel rapporto di Legambiente -. L’area LEZ (limitazioni accesso veicoli inquinanti) è inesistente, visto che non sono in vigore limitazioni alla circolazione per veicoli inquinanti” viene spiegato in merito a Catania.
Inoltre, nel dossier dell’ONG viene definita come “insufficiente” l’offerta di trasporto “rapido di massa”, a causa dello “stato pessimo delle linee ferroviarie siciliane”, con l’eccezione della linea metropolitana di Trenitalia che prevede pochi treni ma tariffe agevolate per gli studenti. Inoltre, si sottolinea come i bus elettrici in servizio TPL (Trasporto Pubblico Locale) siano solamente 2 su 243, secondo i dati risalenti allo scorso giugno.
A fare il punto della situazione in merito alla mobilità anche per quanto riguarda la città di Catania è anche il rapporto del MIMS, Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, pubblicato ad ottobre 2022 intitolato “Investimenti, programmi e innovazioni per lo sviluppo della mobilità sostenibile nelle Città metropolitane”.
In particolare, nel rapporto si sottolinea come una scarsa offerta di trasporto pubblico sia la conseguenza di alti valori del tasso di motorizzazione: questo è il caso di varie città italiane, tra le quali spicca proprio Catania. Infatti, l’offerta del trasporto pubblico locale nella città etnea non raggiunge i 2.000 posti-km per abitante, situazione che porta Catania ad avere il valore più alto per tasso di motorizzazione tra le 15 città metropolitane italiane per il lustro 2015-2020. Basti pensare che la media di autovetture ogni 1.000 abitanti è pari a 759 per Catania, seguita da Cagliari con 677 e Reggio Calabria con 654.
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Inoltre, sul fronte delle autovetture circolanti, si sottolinea come a Catania solo il 5% sia ad alimentazione elettrica o ibrida, a fronte di un 55% alimentato a benzina, il 39% a gasolio e l’1% a gas o bi-fuel. In aggiunta, Catania registra una media di densità di piste ciclabili nettamente inferiore rispetto a quella dei capoluoghi.
Infine, nel rapporto del MIMS sono evidenziati anche i programmi di investimento delle risorse per gli interventi infrastrutturali relativi alla città di Catania. Questi fanno riferimento sia agli interventi di manutenzione che a quelli di nuove opere di vario tipo: stradali, ferroviarie, tra le quali spicca il “completamento della nuova linea veloce Palermo-Catania” e la stazione ferroviaria Catania Aeroporto Fontanarossa.
Tuttavia, è importante sottolineare che le sole intenzioni non sono abbastanza per cambiare la situazione. Infatti, già due anni fa Legambiente sottolineava quanto la condizione della città etnea fosse grave in termini ambientali, come confermato dalla presenza di 3 auto ogni 4 abitanti. Rimane quindi necessario agire al più presto in merito, per riportare la situazione alla normalità e per far tornare a “respirare” Catania e i suoi cittadini.
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