Inflazione da record in Sicilia secondo i dati Istat. Già a marzo 2022, Catania è stata la prima città per tasso di inflazione con una percentuale dell’8,1%. I dati sono stati raccolti dall’Istat e dopo Catania troviamo: Bolzano (7,8%) e Messina (7,7%).
Successivamente, nel mese di agosto 2022, l’Unione nazionale consumatori ha stilato la graduatoria dei rincari, sulla base dei dati Istat. Tra le Regioni in testa il Trentino, mentre la più virtuosa è il Molise. A luglio la corsa dei prezzi è arrivata al 7,9% rispetto allo stesso mese del 2021.
Rincari in Sicilia
Il caro vita in Sicilia e anche nelle altre regioni d’Italia è sempre più forte. I generi alimentari di prima necessità, la benzina o semplicemente i medicinali sono aumentati a livello di prezzo e dopo il Covid hanno raggiunto prezzi esorbitanti. Tuttavia, in Sicilia il prezzo della benzina ha raggiunto il costo di 2,09 euro al litro per poi scendere radicalmente e attualmente costa 1,71 al litro.
Anche andare a fare colazione al bar o semplicemente prendere un caffè al banco è diventato “un lusso”. Gli aumenti e il tasso di inflazione è aumentato in media del 7,9% rispetto all’anno 2021. Di seguito alcuni esempi di aumento prezzi in alcuni bar, panifici e cartolibrerie di Catania.
- Caffè da euro 0,80 fino a 1.20;
- Caffè + cornetto da 2,50 a 2,80;
- Arancino da 1,80 a 2,00-2,50.
- Fotocopie da 0,3 centesimi a o,5 centesimi;
- Granita + brioche da 4 euro a 4,50 euro;
- Pane da 3 euro al kg a 3,50 euro.
Si specifica che l’indagine sul caro vita è a livello generico su alcuni esercizi presenti su tutto il territorio Catanese.
Aumento prezzi cibo e bevande
In Italia i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche sono saliti, nel mese di luglio, del 10% su base annua e a Catania si è registrato un numero ancora più alto pari al +12%, dato superiore alla media nazionale.
Tuttavia, a guidare la classifica della media nazionale si pizza Cosenza dove per cibo e bevande si registra un rialzo del 13,1% rispetto a luglio 2021, +847 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. Al secondo posto Viterbo, con un incremento dei prezzi del 12,8% e un aggravio annuo pari a 713 euro, al terzo Imperia dove mangiare costa il +12,7% in più, pari a 680 euro.
Sull’altro versante, la città più risparmiosa per mangiare e bere è Bergamo, dove i prezzi crescono “solo” del 7%, pari a una spesa aggiuntiva di 400 euro. Medaglia d’argento per Cremona (+7,3%, +418 euro) e sul gradino più basso si trova Parma (+7,7%, +412 euro). Bene anche Como (+8,1%, 463 euro), Milano (+452 euro), Aosta e Piacenza (+8,3% per tutte e 3).
Spese gas e luce
Per quanto riguarda le spese di luce e gas, si registrano dei forti aumenti in tutta Italia, a Catania, nello specifico si registra +63,5% quattro punti in più rispetto al dato nazionale (59,2%). Di fatti, le ultime bollette riguardanti quest’ultime sono state una “mazzata” per molte famiglie Catanesi.
Il dato più allarmante per aumenti si registra a Bolzano, infatti, è la città con i prezzi delle spese di luce e gas più alta dove la percentuale è del +107,3%. A chiudere la top ten delle migliori, invece, è Torino con una percentuale di +52,7%
Secondo i calcoli realizzati da Coldiretti, gli italiani spenderanno 564 euro in più solo per la spesa di generi alimentari, non solo per l’inflazione ma anche a causa del taglio dei raccolti per la siccità. I prezzi della frutta fresca aumentano su base annua del +8,8% mentre quelli dei vegetali freschi del +12,2%.
La categoria per la quale si spenderà complessivamente di più è quella di pane, pasta e riso, con un aumento di quasi 115 euro, mentre carne e salumi costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure aumenteranno di 81 euro.