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Long Covid, sintomi diversi tra uomini e donne: cosa rivelano gli esperti

Long Covid
Long Covid: i sintomi varierebbero tra donne e uomini. I risultati di una metanalisi e le ragioni indicate.

“Long Covid”: con tale espressione ci si riferisce ad una sindrome clinica caratterizzata dalla presenza di alcuni sintomi da ricondurre all’infezione da SARS-CoV-2, che insorgono o persistono anche per più settimane, a volte anche per mesi, dopo la guarigione dal Coronavirus.

Ciò che, tuttavia, potrebbe sorprendere ma che emerge dalla metanalisi resa pubblica nelle scorse settimane sulla rivista Current Medical Research and Opinion è che la sintomatologia del Long Covid può variare in base al sesso. 

I risultati

Alcuni ricercatrici della Johnson & Johnson hanno, in prima battuta, distinto coloro che non avevano ancora superato le quattro settimane dal contagio, e dunque probabilmente stavano ancora facendo i conti con i postumi dell’infezione, da quanti presentavano sintomi da oltre un mese e, di conseguenza, potevano esser ritenuti a favore affetti da Long-Covid.

Secondo quanto riportato da La Repubblica le esperte, prendendo in considerazione anche le conclusioni di diversi studi (35 nel dettaglio), sono giunte ad una netta distinzione tra sintomi. Tra quelli più comuni tra le donne:

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  • stanchezza cronica;
  • ansia;
  • problemi respiratori;
  • perdita dell’olfatto;
  • alterazione del gusto.
  • sintomi legati ad ossa e muscoli.

Per gli uomini, invece:

  • insufficienza renale acuta;
  • disturbi di natura endocrina;
  • disturbi gastrointestinali.

Sintomi diversi: perché?

È chiaro che le differenze esplicitate risultano fondamentali per una corretta diagnosi e, di conseguenza, per l’individuazione di terapie efficaci. Ma come spiegare questa diversa sintomatologia?

“Le differenze nella funzione del sistema immunitario tra femmine e maschi potrebbero essere un fattore importante per le differenze di sesso nella sindrome di Long Covid – si spiega – . Le femmine sviluppano risposte immunitarie innate e adattive più rapide e robuste, che possono proteggerle dall’infezione e dalla gravità iniziali. Tuttavia, questa stessa differenza può rendere le femmine più vulnerabili a malattie autoimmuni prolungate“. 

Per le donne il rischio di forme gravi d’infezione da Sars-CoV-2 sarebbe, dunque, meno alto per via di una risposta immunitaria più immediata. Al contrario queste rischierebbero più frequentemente di essere colpite da Long Covid.