Si avvicina la bella stagione e con essa le calde giornate di sole, spesso accompagnate da un buon gelato; ma com'è nata questa prelibatezza? Di seguito alcune curiosità sulla nascita del gelato e sulla sua invenzione.
L’Italia è senza dubbio famosa, oltre che per la sua bellezza, l’arte e la cultura, per il cibo, sia dolce che salato. Qualsiasi turista, infatti, durante il soggiorno nel Bel Paese non rinuncia alla pasta, alla pizza e, per merenda o colazione, al famoso gelato, il dolce italiano più famoso al mondo. Tutti lo hanno gustato almeno una volta nella vita, ma sapevate che è proprio in Sicilia che nacque il primo antenato del gelato artigianale italiano?
Le prime apparizioni nella storia di dolci ghiacciati simili al gelato in Italia avvennero in Sicilia, grazie alla dominazione araba. Queste popolazioni, infatti, erano solite gustare una sorta di bevanda fredda chiamata “sherbet”, caratterizzata dall’utilizzo di succhi di frutta al gusto di limone, arancia, melograno e ciliegia.
In Sicilia, gli arabi utilizzavano la neve dell’Etna e delle montagne della zona per congelare queste bevande in dei recipienti: fu così che nacque il primo antenato del gelato artigianale italiano.
Tuttavia, pare che il gelato vero e proprio sia stato inventato in Italia dall’architetto Bernardo Buontalenti, alla corte di Caterina de’ Medici a Firenze. Buontalenti, nel 1565, avendo ricevuto l’incarico di organizzare i festeggiamenti per accogliere una delegazione spagnola, allestì rappresentazioni teatrali nei giardini e sull’Arno, grandi spettacoli con fuochi artificiali e, cosa più importante, preparò una crema aromatizzata con bergamotto, limoni ed arance, refrigerata con una miscela di sua invenzione, che piacque molto.
Se Buontalenti inventò il gelato che oggi conoscono tutti, Francesco Procopio dei Coltelli lo perfezionò, tanto da esportarlo e renderlo famoso persino in Francia.
Nato ad Acitrezza o a Palermo a metà del ‘600, Francesco Procopio Cutò, cognome originale modificato in seguito alla traslitterazione francese “des Cuteaux” (dei Coltelli), ereditò dal nonno una macchina in grado di lavorare artigianalmente i sorbetti, inventati dagli arabi. Dopo averla provata e assaporato le prelibatezze che ne uscivano, decise, con grande spirito imprenditoriale, di lasciare la Sicilia e traferirsi a Parigi.
Nella capitale francese, Francesco Procopio inaugurò nel 1686 il suo “Café Procope“, che ebbe enorme successo: per questo, presto dovette spostarsi in una sede più grande e adeguata. Il locale offriva granite e gelati di frutta e diventò il più famoso luogo di ritrovo parigino.
Fu di gran moda nel Settecento e nell’Ottocento: fu frequentato, tra gli altri, da La Fontaine, Voltaire, Napoleone, Victor Hugo, Paul Verlaine e Robespierre. Inoltre, secondo la leggenda, Diderot avrebbe scritto proprio al Procope alcuni articoli della celebre “Encyclopédie” e Benjamin Franklin avrebbe preparato tra i tavoli del locale “il progetto di alleanza tra Luigi XVI e la neonata repubblica”, come ricorda una targa commemorativa.
Sito ancora al numero 13 di rue de l’Ancienne Comédie, il locale oggi è diventato un ristorante, ma esso fu probabilmente il primo caffè di Parigi o addirittura d’Europa, esistendo ancora prima di essere rilevato da Procopio.
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