Il Carnevale di Acireale entra nel vivo ma che storia conserva? La redazione di LiveUnict ne ripercorre le tappe principali.
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È fonte di orgoglio per i siciliani e di stupore per i visitatori dell’Isola. Stiamo parlando del Carnevale di Acireale, evento che non può che rallegrare questo particolare periodo dell’anno.
La pandemia ha inevitabilmente modificato anche questa imperdibile manifestazione che quest’anno conterà “più fasi”.
Già da qualche giorno si susseguono gli appuntamenti ma il programma è parecchio ricco. Gli appassionati del Carnevale di Acireale non potranno limitarsi a partecipare a mostre, esposizioni, sfilate organizzate all’interno del Comune nel Catanese: fondamentale risulta conoscere la storia di questo importante pezzo di tradizione locale.
A quando risalgono i festeggiamenti carnevaleschi nella terra di Jaci? I primi documenti a riguardo risalgono al lontano 1594: esiste, di fatto, un pagamento ordinato dai Giurati a favore dei Cappuccini per le “festi di carnilivari”.
Il Carnevale era sinonimo di libertà espressione: almeno per qualche giorno chiunque poteva permettersi di ironizzare anche su personaggi di spicco. A questa concessione va collegata la nascita della maschera di carnevale “l’Abbatazzu” (o “Pueta Minutizzu”), tra le prime in uso ad Acireale: si trattava di un personaggio pronto a prendersi beffa persino dell’allora Abate-Vescovo di Catania, Monsignor Michelangelo Bonadie.
Nel 1612 la Corte vietò ufficialmente il Carnevale locale, e con esso la tradizionale usanza di “festeggiare” tirando ad altri cittadini arance e limoni. Un violento sisma allungherà il periodo di silenzio ed austerità in zona: soltanto il 1700 decreterà la ripresa del Carnevale, il ritorno della spensieratezza.
Nel XXI secolo inizia ad essere in voga la “cassariata”. Di cosa si tratta? Nei giorni di Carnevale i nobili erano soliti sfilare in carrozza lanciando ai passanti confetti dai disparati colori.
Con il tempo le carrozze (conosciute come “landaus”) cederanno il passo ai carri di cartapesta, destinati a sopravvivere fino ai nostri giorni: ad Acireale i primi spuntano nel 1880. Se dal 1929 agli anni Novanta sarà l’Azienda Autonoma e Stazione di Cura di Acireale ad occuparsi dell’organizzazione della manifestazione, in seguito sarà il Comune a farsi carico di questo importante compito.
Nel secondo Dopoguerra si assiste alla nascita del “soggetto” infiorato da collocare sulle autovetture del tempo, mentre lo scorrere degli anni decreta una più attenta manifattura ed un graduale aumento delle dimensioni dei carri allegorici.
Il 1996, infine, segna un traguardo importante. Per la prima volta Acireale entra a far parte della lotteria nazionale: con questo Comune siciliano anche Viareggio e Putignano.
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