La variante Omicron del Coronavirus fa paura e, in Europa, le restrizioni si fanno sempre più severe. Tra le misure più importanti, ci sono quelle legate ai viaggi in UE: uno dei temi maggiormente affrontati dal Consiglio. Nello specifico, la discussione dei capi di Stato e di governo dell’Ue si focalizza “sulla validità dei certificati Covid e sull’importanza di approcci coordinati e coerenti quando si adottano misure nazionali”.
Ancora, la discussione non è focalizzata sulle misure prese dai singoli Paesi, come l’Italia, l’Irlanda, la Grecia o il Portogallo, bensì “sul coordinamento in generale a livello internazionale e nell’Ue. Spazia dalla terza dose” di vaccino anti Covid, “alla vaccinazione per i bambini”, fino alla “data di scadenza” dei Green Pass.
I leader restano generalmente cauti sull’introduzione di un obbligo esteso a tutta la popolazione a vaccinarsi contro il Covid-19. Il tema è stato toccato durante la discussione su come aumentare i tassi di vaccinazione, ma “molto lievemente”. Anche se alcuni Paesi, come l’Austria, hanno già deciso di procedere imponendo la vaccinazione obbligatoria per legge, la maggior parte di coloro che hanno toccato il tema si sono mantenuti prudenti.
Riguardo la decisione di imporre test molecolari per entrare in alcuni Paesi europei in aggiunta al certificato che attesta la vaccinazione completa, i capi di stato hanno chiesto che si possa restare “il più possibile” all’interno delle regole di “coordinamento” europeo, al fine di adottare le “misure proporzionate” necessarie, a fronte dell’aumento dei contagi prodotto dalla variante Omicron del Sars-CoV-2, preservando nel contempo la libertà di circolazione dei cittadini europei.
In UE si insiste, infine, sulla necessità di accelerare la vaccinazione, come pure l’inoculazione dei “booster”.