L'ultima riforma di Draghi prevede l'arrivo dell'assegno unico e universale a sostegno delle famiglie. Ecco chi ne può beneficiare e quali sono le novità.
A gennaio arriva l’assegno unico e universale, che modifica le buste paghe di qualsiasi lavoratore dipendente che abbia a carico i figli. Aspettando la nuova misura da sostituire per non lasciare allo scoperto numerose famiglie, il Governo ha pensato ad un passaggio più morbido, affinché detrazioni fiscali e assegni al nucleo familiare abbiano impatto sullo stipendio mensile dei beneficiari.
La misura introdotta comporta le seguenti novità: detrazioni fiscali per i figli a carico under 21; assegni al nucleo familiare e assegno temporaneo; bonus bebé; premio alla nascita; assegni al nucleo famiglie numerose.
Questa settimana potrebbe essere proposto il piano a sostegno delle famiglie. Sul tavolo del Consiglio dei ministri, dovrebbe arrivare il decreto legislativo che attua la legge delega 46/2021 per il riordino delle misure. Successivamente, entro 30 giorni, la riforma potrebbe essere attuata quando le commissioni parlamentare competenti avranno espresso il loro parere.
Nonostante i tempi siano ristretti, si darà l’opportunità di presentare la domanda senza perdere gli arretrati, cercando di assecondare a tutti i beneficiari, con figli minori di 21 anno a carico, tutte le fasi di transizione dalle vecchie alle nuove misure.
L’assegno unico arriverà solo dopo aver presentato la domanda a gennaio all’Inps. Gli importi saranno modulati in base all’Isee: si parte da 175-180 euro a figlio sotto i 15mila euro di Isee (250 dal terzo figlio in poi), che scendono fino a 40-50 euro a figlio oltre i 40mila euro di Isee.
Tuttavia, il passaggio alla nuova misura potrebbe essere penalizzante per alcune famiglie che attualmente percepiscono l’assegno: circa 200mila nuclei familiari potrebbero perdere i benefici, anche se è prevista l’applicazione di una maggiorazione compensativa parziale che verrà aggiunta all’assegno per rimborsare la differenza.
Fra i destinatari, oltre ai lavoratori dipendenti, sono presenti maggiorazioni per le madri fino a 21 anni o per i figli disabili, il cui l’aiuto supererà anche i 21 anni se a carico; e per gli immigrati con permesso di soggiorno di almeno sei mesi. L’aiuto si riduce per i figli fra 18 e 21 anni che rimangono a carico del nucleo familiare, purchè inseriti in percorsi di formazione, di avviamento al lavoro oppure nelle liste di collocamento.
Per i percettori del reddito di cittadinanza le somme saranno depurate dalla quota di reddito collegata alla presenza di figli.
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