L’Organizzazione mondiale della sanità dice sì, alla co-somministrazione del vaccino covid-19 e antinfluenzale, a partire da questo inverno 2022.
L’idea si sviluppa sul pensiero che solitamente sono proprio i soggetti di età adulta, alle quali viene tradizionalmente raccomandata la vaccinazione contro l’influenza stagionale, sono anche le stesse esposte a maggior rischio di sviluppare Covid in modo grave. Per il Sage infatti: “la somministrazione contemporanea di un vaccino antinfluenzale inattivato e di qualsiasi vaccino Covid-19 autorizzato dall’Oms per l’uso di emergenza è accettabile e massimizzerà l’assorbimento di entrambi i vaccini”.
Ricordando, secondo dei dati statistici, che ogni anno durante il periodo invernale, la normale influenza stagionale fa registrare in media oltre un miliardo di casi, di cui 3-5 milioni di malattia grave, con la conseguenza di 290.000-650.000 morti.
La principale raccomandazione per questa co-somministrazione è rivolta indubbiamente ai soggetti più deboli, come donne in gravidanza, malati cronici e anziani. Per passare poi anche a gli operatori sanitari che sono indubbiamente uno dei settori più a rischio contagio e ancora, i bambini e persone ad alto rischio di influenza grave, che vivono in contesti comunitari difficili come in carceri o in strutture di assistenza a lungo termine, campi per profughi o richiedenti asilo ed infine case famiglia.
Vaccino, al via terza dose per gli over 60: le ultime notizie