La questione della balneabilità lungo le coste siciliane e il particolare alla Plaia di Catania è un tema molto discusso anche a livello Europeo. “La Commissione – spiega Corrao – è stata chiara: il sito della Plaia, nonostante sembri apprezzato dalla popolazione locale, non è un sito di balneazione ufficiale ai sensi della direttiva sulle acque di balneazione”.
“Per di più – aggiunge – altri siti di balneazione ufficialmente identificati a Catania hanno grossi problemi di qualità dell’acqua, tant’è che recentemente due di essi (San Giovanni Li Cuti e Stazione Centrale) sono stati classificati di qualità “scarsa”, dopo essere peggiorati vistosamente negli ultimi anni. Siamo di fronte a un inquinamento ormai diffuso del litorale siciliano – prosegue Corrao – dovuto agli scarichi, anche industriali, che finiscono direttamente a mare, oltre che all’assenza di depurazione”.
“Nel frattempo le istituzioni sembrano non avere alcuna intenzione di risolvere la questione: l’Italia sta pagando sanzioni milionarie per le condizioni impietose di decine di Comuni siciliani che vìolano sistematicamente la direttiva sulle acque reflue urbane. È arrivato il momento di affrontare seriamente la questione. Di questo passo non solo danneggeremo irrimediabilmente le nostre coste, ma continueremo a perdere risorse e i 600 milioni del Pnrr per il trattamento delle acque reflue – conclude l’eurodeputato – serviranno a ben poco”.