Le bandiere arcobaleno si sono riposate abbastanza. Di fatto l’ultimo Catania Pride, organizzato nel 2019, si era concluso con ben 10 mila presenze e l’augurio di poter raddoppiare l’anno successivo. Ma l’arrivo del Coronavirus ha fermato la marcia nazionale. Nonostante le grandi difficoltà, in particolar modo quella di raccogliere una folla rispettando le norme anti contagio, in questi due anni di silenzio lungo tutta la Penisola si sono moltiplicati piccoli eventi online e in presenza per far emergere le voci della comunità LGBTQIA+.
In particolar modo l’ultimo anno è stato quello più travagliato a causa della proposta di legge Zan, approdata alla Camera e adesso in attesa di essere discussa al Senato, che tenta di mettere un freno alla omolesbotransofobia e alla misoginia. Spesso il DDL è stato oggetto di critiche, politiche e non, da parte di chi lo considera una minaccia per la libertà d’espressione e di pensiero.
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Proprio per questo l’Arcigay di Catania, approfittando della ripresa delle parate arcobaleno, quest’anno ha deciso di lanciare una sfida con una sola parola: “Rumore”, che allo stesso tempo è un omaggio a Raffaella Carrà. “I diritti non vanno in vacanza – ha esordito il presidente di Arcigay Catania, Armando Caravini – e abbiamo il dovere di farci sentire. Per questo serve fare rumore!”
Catania Pride 2021: il racconto
Quest’anno l’appuntamento non è stato organizzato in Piazza Roma, com’è da tradizione, ma a Piazza Nettuno, che alle 17 era già piena.
Anche le modalità di svolgimento del Catania Pride 2021 sono state modificate per ottemperare alle norme anti-Covid: non c’è stata alcuna sfilata, ma i partecipanti si sono riuniti attorno al palco, che ha presidiato gli interventi degli ospiti. Tra questi, infatti, c’erano gli organizzatori, Arcigay Catania, Famiglie Arcobaleno, il vice presidente nazionale di Arcigay Gabriele Piazzoni, Potere al Popolo, Matteo Iannitti, Giovani Democratici, il segretario provinciale del PD Angelo Villari, UAAR e Amnesty International Catania.
Durante l’evento è stato allestito un piccolo hub vaccinale a bordo di un camper, con personale medico sanitario qualificato, affinché il Pride fosse un momento di condivisione in sicurezza a sostegno della campagna vaccinale nazionale. La manifestazione si è conclusa con la proposta di matrimonio di una coppia di ragazze tenutasi sul palco.