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In Sicilia piantati “chiodi d’oro”: cosa sono e perché sono importanti

chiodi d'oro
Ben 3 degli 80 presenti in tutto il mondo si trovano in Sicilia: stiamo parlando dei "chiodi d'oro". Ma perché sono così importanti? LiveUnict vi parla dei "Golden Spike".

In Sicilia sono installati dei “chiodi d’oro” ma solo in pochi sanno cosa sono. Si tratta dei cosiddetti Global Stratigraphic Section and Point, ossia Sezioni e punti stratigrafici globali (identificati con la sigla GSSP).  Essi sono stati identificati dalla Commissione internazionale di Stratigrafia in località distribuite nei vari continenti. Di seguito tutte le informazioni a riguardo.

Perché sono così importanti?

I “chiodi d’oro” sono così importanti perché vengono collocati in punti dove è fisicamente presente un limite tra due età geologiche e nei quali è stato rinvenuto il maggior numero di informazioni fisiche, chimiche e paleontologiche su quel limite (rispetto ad altri affioramenti contenenti anch’essi il medesimo limite stratigrafico).

Un GSSP è una successione rocciosa che contiene al proprio interno un punto che rappresenta il limite fra due piani della scala cronostratigrafica standard globale.  Ciascun GSSP è scelto dopo lunghe e dettagliate ricerche da parte di molti esperti di tutto il mondo. 

I chiodi presenti nel mondo

Nel mondo, i “chiodi d’oro” presenti ed individuati sono circa 80 della quali 9 presenti in Italia e 3 in Sicilia (di cui 2 in provincia di Agrigento). In particolare, un chiodo d’oro si trova a Punta Piccola nel comune di Porto Empedocle, per rilasciato limite Zancleano-Piacenziano, ratificato nel 1997. 

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L’altro chiodo invece si trova a Eraclea Minoa, nel comune di Cattolica Eraclea, per il limite Miocene-Pliocene e ratificato nel 2000. 

Il terzo chiodo, infine, si trova a Monte San Nicola (nel comune di Gela e, dunque, nel Nisseno) per il limite Piacenziano-Gelasiano, ed è stato ratificato nel 1996.

“Chiodi d’oro”: cosa li rende tali

Per ottenere tale riconoscimento, i “chiodi d’oro” devono avere determinati requisiti: devono essere accessibili attraverso mezzi pubblici da un aeroporto. Inoltre, deve essere consentita la ricerca scientifica nell’area e deve essere sufficientemente ampia da consentire un futuro accesso (non deve, ad esempio, essere a rischio di frana o venir sepolta da detriti).

Inoltre, deve essere facilmente correlabile stratigraficamente con altre località nel mondo e deve contenere un orizzonte databile radiometricamente esattamente al limite e, infine, deve mostrare delle caratteristiche che identifichino il limite in qualunque parte del mondo. Non tutti i GSSP, per dovere di cronaca, incontrano questi requisiti contemporaneamente.

 

A proposito dell'autore

Noemi Costanzo

Nasce a Ragusa il 29 ottobre 1996, è attualmente laureanda in lingue e culture europee. Ha vissuto in Francia, innamorata della lingua francese, di Parigi e del pain au chocolat. Appassionata di slow travel, ama immergersi nelle culture del mondo, esplorando nuovi posti e conoscendo nuove persone. Sogna una vita in America e una carriera nel giornalismo.
Coordinatrice della redazione di LiveUnict da luglio 2021.