Arriva ancora una volta il venerdì: nonostante la leggera risalita dei casi, tutto il territorio nazionale resterà tinto di bianco. Ma la situazione tra le Regioni desta qualche preoccupazione: prima fra tutte, la Sicilia.
Arriva, ancora una volta, il fine settimana: come ogni venerdì, verrà rilasciato e commentato il nuovo monitoraggio Covid-19 da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, che descrive a che punto l’Italia si trovi rispetto alla pandemia. Successivamente, se necessario, il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà le ordinanze che andranno a “colorare” le Regioni in base all’andamento dei contagi.
Tuttavia, nonostante per molti mesi il venerdì sia stato un giorno temutissimo, gli italiani non dovrebbero avere di che preoccuparsi per la settimana entrante: con ogni probabilità, l’Italia verrà riconfermata tutta in zona bianca, e non vi sarà alcuna ordinanza da parte del ministro Speranza.
La zona bianca, si ricordi, elimina quasi tutte le limitazioni imposte: dal coprifuoco all’apertura delle attività. Resta l’obbligo di mascherina al chiuso e in caso di assembramento, così come restano chiuse le discoteche, ultime attività chiuse da ormai quasi un anno, considerate ancora troppo rischiose per via dei pericolosissimi assembramenti che vi si creano all’interno.
Nonostante l’Isola si riconfermi nella zona di minor rischio, la situazione epidemiologica comincia a destare qualche preoccupazione: in linea con il trend nazionale, che sta vedendo una lentissima risalita dei contagi, i nuovi casi in Sicilia da qualche giorno stanno registrando un lieve ma significativo incremento, complice anche la nuova e temibile variante Delta, che si fa sentire sempre di più in tutta Europa.
Come spiegato in un approfondimento del Giornale di Sicilia, i nuovi contagi in più registrati in una sola settimana sono il +17%. Preoccupa anche il dato delle città, a livello nazionale, che registrano più casi ogni 100.000 abitanti: va in testa Caltanissetta, con 77 casi ogni 100mila, la seguono più in fondo alla lista Ragusa (32), Enna (29), Trapani (23).
Catania, Palermo e Messina sembrano invece restare, per il momento fuori pericolo, nonostante i contagi lievemente in crescita. Nonostante questo, i dati siciliani relativi ai ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva restano molto sotto la soglia di rischio.
Ultimo dato significativo è quello relativo ai vaccini, arma più importante per contrastare l’avanzata del virus: secondo il report della Fondazione Gimbe, in Sicilia, ad aver completato il ciclo vaccinale sono solo il 33,6% della popolazione, mentre solamente il 19,4% ha completato la prima dose. Sono più alti i dati rispetto agli over 80 (76,5% con ciclo completo), alla fascia 70-79 (62,7% con ciclo completo), e alla popolazione con età compresa tra i 60 – 69 anni (poco meno del 50%). Resta comunque alta, infine, la percentuale degli over 60 non vaccinati: il 22,6%.
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