Tanti sono gli studi che provano a fermare la pandemia da Coronavirus e le sue varianti. Intanto, si cerca di capire quali siano le necessità da affrontare, puntando tutto sui vaccini, in grado di contrastare la situazione attuale.
A tal proposito, la virologa Ilaria Capua ha rilasciato un’intervista al Corriere della sera, domandandosi cosa sia necessario. “Affrontare il rapporto rischio-beneficio di moltiplicare i laboratori che possono generare virus con potenziale patogeno rafforzato – si domanda -, oppure spingersi nell’immaginare un mondo che grazie al Covid-19 avrà presto vaccini in formato cerotto, spray, chip che possono arrivare a destinazione anche senza un involucro gigantesco e refrigerante, che a oggi si è mostrato uno dei principali colli di bottiglia della logistica?”.
Le parole dell’esperta fanno capire cosa bisogna fare affinché si risani la salute mondiale: “Si tratta solo di pensarci bene e scegliere – continua l’esperta – perché questo dibattito plasmerà il futuro delle nostre società e proprio per questo motivo al tavolo ci devono stare tutti. Di soldi per la ricerca non ce n’è mai abbastanza e prima che sia troppo tardi riflettiamoci bene perché questo momento di consapevolezza non ripasserà fino alla (ahimè) prossima pandemia“.
Allo stesso modo, Giuseppe Remuzzi, direttore scientifico dell’istituto di ricerca farmacologiche Mario Negri, ha rilasciato un’intervista ad Agorà su Raitre in cui conferma la necessità di andare verso nuove forme di prevenzione del contagio. “Il virus continua a mutare e questo fatto dimostra che fa fatica ad adattarsi: ma la capacità di mutare non è infinita, ad un certo punto non ce la farà più e si esaurirà. È la storia di tante pandemie nella storia dell’uomo. Per arrivare ad allora però abbiamo bisogno di qualcosa che ci aiuti e l’evoluzione verso vaccini spray o per bocca è sicuramente la strada giusta”.