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Covid Sicilia, Regione sbaglia i dati e rettifica: ecco i positivi degli ultimi due giorni

Coronavirus Sicilia: è ancora caos sui dati a seguito dello scandalo. Sbagliati i dati comunicati ieri all'ISS: arriva la rettifica.

Continua il caos sui dati Covid in Sicilia. Dopo lo stop di giorno 30 dovuto allo scandalo sui dati falsati, la Sicilia ieri ha ripreso a comunicare l’aggiornamento sull’andamento dell’epidemia nell’Isola. Ma quello che doveva essere un “riallineamento” dei dati si è trasformato in un nuovo caos.

Caos sui dati Covid in Sicilia

Il dato “ufficiale” relativo agli ultimi due giorni comunicato dalla Regione al Ministero della Salute (2.904 i nuovi positivi al Covid su 14.623 tamponi processati, con una incidenza di positivi che schizza quasi al 20%.) è stato infatti smentito in serata da Mario La Rocca, il più alto dirigente dell’assessorato alla salute dopo la bufera giudiziaria.

“Purtroppo c’è stato un errore nel computo dei dati, connesso alla conseguente rimodulazione dello staff, visto che i dipendenti che si occupavano di quest’attività sono ovviamente impediti. I dati li abbiamo già rivisti e sono sensibilmente più bassi”. L’errore, secondo quanto si è appreso, sarebbe legato al fatto che tra i nuovi positivi sarebbero stati conteggiati sia quelli relativi al tampone rapido che quelli poi confermati dal molecolare, raddoppiando di fatto il totale dei casi.

I dati corretti del 31 marzo

“In riferimento ai dati da noi comunicati oggi alla Protezione civile, e poi pubblicati dalla piattaforma del Ministero della Salute – Istituto di Sanità, si precisa che i nuovi positivi registrati in Sicilia relativamente alle giornate del 30 e 31 marzo sono 1673, per una media di 837 casi giornalieri, dunque in linea con quelli comunicati nei giorni scorsi. Il dato trasferito erroneamente in precedenza, per la pubblicazione sulla piattaforma, faceva invece riferimento al totale dei tamponi positivi inclusi quelli di conferma, cioè comprendente i positivi già rilevati“. Lo precisa in una nota di rettifica il dirigente generale del Dasoe, assessorato regionale alla Salute, Mario La Rocca.

“Quanto sopra – precisa ancora il dirigente – è avvenuto a causa del blocco delle caselle email di posta certificata, disposto nell’ambito dell’inchiesta in corso. Tale blocco ha provocato inevitabili disfunzioni e rallentamenti nelle consuete procedure di comunicazione dei dati, procedure peraltro affidate ad un nuovo gruppo di lavoro”.
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