Domani è Pesce d'aprile, giornata di burle ammesse. Da dove nasce questa stana festività e perché il simbolo è un pesce? Tutte le curiosità sulla ricorrenza.
Da dove nasce la giornata del Pesce d’aprile durante la quale, un po’ come a Carnevale, ogni scherzo vale? E perché si chiama così? Sono tante le domande su questa giornata, festeggiata spesso dai più piccoli, di cui però si sa molto poco. Scherzi e bugie alimentano questa particolare ricorrenza, nel corso della quale c’è chi tenta il ruolo del burlone e chi inevitabilmente “subisce” la burla.
Il primo aprile è una giornata riconosciuta a livello internazionale come “La giornata degli scherzi e delle burle”. A chi casca nel tranello viene urlato a gran voce “Pesce d’aprile”.
A questa ricorrenza si attribuiscono varie origini. Ecco quali.
Prima del 1582, il calendario prevedeva i festeggiamenti per il nuovo anno tra il 25 marzo e il 1° aprile ma con l’avvento del calendario gregoriano, il Capodanno fu spostato al 1 di gennaio. La tradizione, troppo radicata per essere debellata, portò molti cittadini francesi a continuare a festeggiare l’inizio del nuovo anno il primo aprile. Ritenuto sciocco chi non si atteneva al nuovo calendario, tra i regali nacque l’uso di ridicolizzare con finti o inservibili. La tradizione dello scherzo arrivò fino in Inghilterra nel XVIII secolo, in cui infatti la giornata prende il nome di “April Fool’s Day”, ossia “il giorno degli sciocchi d’aprile”. Raggiunse l’Italia solo nel 1860 nella città di Genova.
Secondo altre supposizioni, la giornata potrebbe risalire al culo romano per la dea pagana Cibele, protettrice degli animali e dei luoghi selvatici. La giornata a lei dedicata prendeva il nome di Hilaria (dal latino hilaris = “giocoso”) e durante i festeggiamenti, come per il carnevale erano concessi mascheramenti e scherzi senza essere puniti.
È probabilmente la versione più romanzata. I protagonisti sono gli amanti Antonio e Cleopatra. Antonio, secondo la leggenda, durante una battuta di pesca, non avendo pescato niente, avrebbe chiesto a uno schiavo di mettere all’amo della sua canna da pesca un grosso pesce, per poter far bella figuara con l’amata Cleopatra. La regina, però, astuta, capì l’inganno e si prese gioco del romano Antonio sostituendo il grosso pesce con uno finto e minuscolo.
Secondo alcune ipotesi, la scelta dell’animale come simbolo sarebbe legata alla leggenda di Antonio e Cleopatra. Non si esclude, poi, una similitudine tra la “vittima” ed il pesce che abbocca all’amo o il legame con il segno zodiacale dei pesci. Infine, una quarta ipotesi vuole un legame con la storia del beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia, che avrebbe salvato il Papa da una spina di un pesce rimastagli in gola. Da quel momento, ad Aquileia per il primo aprile non si mangia pesce.
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