Università in pillole

Università, copiare agli esami è un reato: cosa si rischia

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Copiare agli esami è un reato punibile con la reclusione: lo stabilisce la legge.

Copiare durante un esame o un concorso pubblico è un reato: è quanto disposto dalla legge. Il reato commesso è quello di plagio letterario.

Per tale ragione,  chiunque copi in esami o concorsi, per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento ed all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, può essere punito per legge. Nello specifico, si rischiano dai 3 mesi ad 1 anno di reclusione.

Si esplicita, inoltre, che la pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito.

Quel che non tutti sanno è che anche chi permette di far copiare il proprio elaborato è punibile. Stessa sorte è riservata ad un soggetto esterno che, ad esempio, con l’ausilio di un cellulare, invia la soluzione della traccia o ad un eventuale commissario interno che aiuta i candidati.

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Insomma, chiunque esegue o procura dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici, e, più in generale, lavori  per tali scopi, è punito allo stesso modo di chi copia. Se mosso, poi, da scopi di lucro, la pena è aumentata da un terzo alla metà.