Aumenta la diffusione della variante inglese in Italia. Ma quali i sintomi e le caratteristiche? L'Istituto Superiore di Sanità risponde a tutti i dubbi sulla nuova variante.
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Secondo le ultime indagini sull’emergenza coronavirus, in Italia circa un positivo a Covid-19 su 5 è portatore della “variante inglese”. Questa variante del virus, quindi, potrebbe essere destinata a diventare la variante prevalente all’interno del nostro Paese. Per questo è importante conoscere sue caratteristiche.
Ciò che differenzia la variante inglese dal ceppo di coronavirus attualmente presente in Italia è, principalmente, la velocità di trasmissione. Come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, infatti: “La malattia si presenta con le stesse caratteristiche e i sintomi sono gli stessi di tutte le altre varianti del virus. In termini di trasmissibilità la variante ‘inglese’ manifesta un aumento per tutte le fasce di età, compresi i bambini.“
Inoltre, non sembra colpire in maniera particolarmente rilevante una categoria piuttosto che un’altra. “Ci sono ancora molti studi in corso, ma al momento non sembra che la variante inglese abbia come target specifico i bambini, non li infetta in maniera particolare rispetto agli altri.“
Tra le risposte alle domande frequenti pubblicate dall’Iss si legge: “Fino a questo momento le varianti più preoccupanti non sembrano causare sintomi più gravi in nessuna fascia di età.”
I sintomi della variante inglese non sembrano essere più gravi rispetto al ceppo di coronavirus attualmente più diffuso. I sintomi sono, quindi, gli stessi. Tra i più comuni troviamo: perdita dell’olfatto e del gusto, febbre, tosse persistente, brividi, perdita di appetito, dolori muscolari e mal di testa.
L’Iss assicura che “Al momento i vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese” e che “non sono emerse evidenze scientifiche della necessità di cambiare le misure, che rimangono quindi quelle già in uso, l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani. La possibilità di venire in contatto con una variante deve comunque indurre particolare prudenza e stretta adesione alle misure di protezione.”
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