“Un brand è molto di più di un logo. È un sistema complesso fatto di segni, di codici linguistici e visivi che servono a visualizzare la vera essenza e unicità di una marca”. Con queste parole, Matteo Roversi, direttore dell’area branding Imille e curatore, assieme a Simone Tornabene e a Marco Angelini, del nuovo logo dell’Università di Catania. Il nuovo simbolo d’ateneo è stato presentato per la prima volta oggi, 12 febbraio, nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico.
L’Università di Catania, a 556 anni dalla fondazione, cambia identità attraverso un progetto grafico completamente diverso rispetto al passato. Il nuovo logo è composto da un pittogramma raffigurante un elefante stilizzato e un anello che riprende la dicitura originale di Unict: “Siciliae Studium Generale“, assieme all’anno di fondazione: 1434. Viene creato così un sigillo che, accompagnato dal logotipo “Università di Catania”, forma il nuovo logo.
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Nel corso della presentazione Roversi ha descritto le componenti del logo, che rappresenta, nel pittogramma, una versione semplificata del Liotru. “L’elemento caratteristico è l’orecchio dell’elefante – spiega -, nel quale si possono distinguere la punta, che rappresenta la sommità dell’Etna, e un rivolo che simboleggia una colata lavica ma anche la fiamma della conoscenza e del sapere, quasi come se l’elefante fosse salito sulla montagna, avesse preso la fiamma della conoscenza e l’avesse riportata alla città per diffonderla ovunque”.
Al nuovo logo, poi, si accompagna la realizzazione di un monogramma che gioca sull’abbreviazione dell’Università di Catania: UniCT. La T del monogramma, inoltre, ricalca l’andamento della zanna dell’elefante nel nuovo logo.
“La novità e la bellezza del nuovo marchio – aggiunge ancora Roversi – si può apprezzare nelle sue variazioni cromatiche. Per scegliere i colori del nuovo marchio dell’Università di Catania abbiamo campionato i colori caratteristici di Catania. Il logo può assumere diverse colorazioni: la colorazione della lava, della sabbia, del mare e della pietra lavica. Si crea un sistema che ci dà la possibilità di costruire un linguaggio che ci dà diverse possibilità di variazione”.
L’intervento completo è disponibile sul canale YouTube dell’ateneo e sul sito.