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Carnevale 2021, dai carri alla pasta “5 puttusa”: tutte le tradizioni in Sicilia

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Con il Giovedì Grasso, inizia la festa più bizzarra dell'anno, ma quest'anno le restrizioni anti-Covid hanno provocato lo spostamento e l'annullamento delle varie celebrazioni.

La tradizione afferma l’inizio dei festeggiamenti di Carnevale con il Giovedì Grasso, giorno più rinomato, insieme al Martedì Grasso che conclude questo particolare evento. Ai tempi del Coronavirus, i programmi di tutte le città sono stati annullati o rimandati, prevenendo il  rischio di assembramenti e contagi. Sono tante le città che basano il proprio turismo su questa festività, richiamano visitatori da tutta Italia e non solo.

Per compensare alla mancanza di una parata fatta di costumi in maschera, colori, esibizioni di carri allegorici e allegria, è stata promossa un’iniziativa da parte di Carnevale Princeps Irpino. Si tratta di una grande innovazione che ha portato il festeggiamento del Carnevale multimediale, evento online tenutosi il 10 febbraio 2021, al quale hanno parteciperanno numerose città. Il programma ha previsto la proiezione in streaming di ben Dodici Carnevali, sia nazionali che internazionali, tra cui le città di Cuba e Messico, oltre alla partecipazione del Comune di Sciacca. Anche il Comune di Acireale ipotizzava una giornata online dedicata al Carnevale, la cui festa è stata rinviata all’estate 2021.

Le feste di Carnevale in Sicilia

Tra le feste più belle in Sicilia, il Comune di Misterbianco, ormai da anni, fa dei suoi costumi artigianali e originali un motivo di vanto in tutta l’Isola. I misterbianchesi, non a caso, sono molto orgogliosi della propria festa di Carnevale, nota in tutta la Sicilia proprio per i costumi sempre diversi e ispirati a una tematica nuova ogni anno. Durante tutto l’anno, in effetti, le differenti associazioni carnevalesche si adoperano per confezionare gli abiti più stravaganti e allegri, che possano affascinare e conquistare i visitatori.

Acireale, invece, è la patria dei carri allegorici più stravaganti e monumentali. Si tratta di una delle parate carnevalesche più conosciute in tutto il Paese, attraendo migliaia di turisti ogni anno. I carri, che durante il periodo di Carnevale sfilano giganteschi tra i palazzi del centro, rappresentano spesso uomini politici o dello spettacolo, rappresentando anche tematiche di attualità sempre con una vena di ironia e satira.

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A Sciacca, l’atmosfera carnevalesca del comune in provincia di Agrigento si deve al duca di Ossuna, il quale ordinò che tutti gli abitanti si mascherassero il giorno prima dell’inizio della Quaresima. Durante questo periodo i carri sfilano per le vie di Sciacca, dove si celebra anche la consegna delle chiavi della città a Beppe Nappa, tradizionale maschera della Commedia dell’Arte.

Altri particolari festeggiamenti del Carnevale ricorrono a Francavilla di Sicilia, sotto il segno dell’eros e della spavalderia. Durante questo periodo, infatti, la via centrale si anima di musica e danze, diventando quasi una sorta di balera a cielo aperto. A Saponara, in Provincia di Messina, si celebra un sorta di Carnevale storico, durante il quale si mette in scena una rievocazione della cosiddetta “sfilata dell’orso e della corte principesca”, una tradizione che risale alla fine dell’Ottocento. A Regalbuto il Carnevale si festeggia danzando. Nulla di nuovo, se non fosse che si tratta di danze storiche, come contraddanze, balli popolari e particolari coreografie di gruppo e di coppia in vestiti tradizionali. A Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, il Carnevale affonda le sue radici in un’antica processione religiosa in onore della Madonna Odigitria. In quell’occasione alcune donne, avvolte in un ampio mantello chiamato “ntuppatedde”, ballavano e correvano tra la folla, disturbando il corteo dei fedeli. Quello più interessante e particolare è il Carnevale di Cinisi, in provincia di Palermo. Qui la maschera tradizionale per eccellenza è quella del “nannu” (il nonno), il cui funerale simboleggia la fine delle festività carnevalesche.

Le tradizioni gastronomiche

Se il Carnevale non si può festeggiare fisicamente, si potrà ricorrere ai cibi tipici del periodo, come i maccheroni a 5 buchi, più conosciuti come maccheroni a 5 “puttusa” (come si dice in dialetto siciliano), classica pietanza della giornata del giovedì grasso. Più famose tra tutti, le chiacchiere, croccanti sfoglie fritte spolverate con zucchero a velo. A seguire, la pignolata o pignoccata, così chiamata perché a forma di pigna, consistente in una montagnola di palline di pasta fritte, ricoperta per metà con una glassa a base di cioccolato e per metà con una glassa bianca aromatizzata al limone. Tipiche del periodo carnevalesco sono le crispelle di riso e miele, comunemente denominate “zeppole”, ma anche le castagnole, dolci fritti rotolati nello zucchero semolato, il cui nome deriva probabilmente dalla consistenza leggermente farinosa che ricorda molto le castagne.