Università, in zona arancione cambia la modalità di organizzazione di tirocini, lezioni ed esami. Cosa prevede l'ultimo DPCM per le attività universitarie.
Con il passaggio in zona arancione gli studenti delle scuole medie, elementari e dell’infanzia torneranno a fare lezioni in presenza da lunedì, mentre per le superiori bisognerà attendere ancora una settimana e si ripartirà al 50%. Cosa cambia, invece, per le università? Nel documento con le FAQ di Palazzo Chigi sono riportati i chiarimenti sulle attività che si possono svolgere e su cosa cambia per esami, lezioni e tirocini.
Si ricorda, tuttavia, che una eventuale apertura o chiusura, anche per le lezioni del primo anno o per esami e sessioni di laurea, è soggetta all‘approvazione della CRUS.
Le università, dopo essersi consultate con il Comitato universitario regionale di riferimento, predispongono, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza, che tengono conto delle esigenze formative e dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca, nonché sulla base del protocollo per la gestione di casi confermati e sospetti di COVID-19.
A partire da metà febbraio, come aveva annunciato in precedenza il ministro Manfredi, parte delle attività potranno svolgersi in presenza. In particolare, il ministro aveva parlato di una ripresa delle lezioni in presenza, con didattica mista in modalità blended e priorità, per il rientro in aula, alle matricole.
Sia le sedute di laurea che gli esami potranno essere svolti in presenza, nel rispetto delle “Linee guida concernenti la completa ripresa delle ordinarie attività nelle istituzioni della formazione superiore per l’anno accademico 2020-2021” e, comunque, con le modalità previste dai piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, adottati dagli atenei, sentito il Comitato universitario regionale di riferimento.
Nel caso in cui non sia possibile rispettare le misure di sicurezza o nel caso non sia possibile garantire la presenza degli studenti, invece, queste attività vanno svolte facendo ricorso alle modalità a distanza.
Per quanto riguarda le biblioteche, rimangono aperte per il servizio di prestito e restituzione dei libri, come già avvenuto durante le due settimane in zona rossa. Chiuse, invece, le aule studio, anche bibliotecarie.
In merito ai tirocini, infine, in quanto rientranti tra le attività curriculari, possono essere svolti in presenza nel caso in cui sia previsto dai piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari predisposti dai singoli atenei, sentito il Comitato universitario regionale.
Attesa, quindi, per quanto deciderà la CRUS nei prossimi giorni sulle attività accademiche di febbraio.
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