Autocertificazione. Ecco il modulo da scaricare per gli spostamenti consentiti nella nuova ordinanza, quando serve e cosa rischia chi dichiara il falso.
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A partire da domani, domenica 17 gennaio, la Sicilia entra in zona rossa e vi rimarrà per almeno altre due settimane. La richiesta è arrivata direttamente dal governatore Nello Musumeci nei giorni scorsi ed è stata accolta da Roma, con l’ordinanza arrivata nella giornata di ieri. Il governatore ha limitato fortemente gli spostamenti e, per quelli consentiti, è necessaria l’autocertificazione. Il modello è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno ed è liberamente scaricabile. Lo si trova di seguito in formato PDF.
Ma quali sono gli spostamenti consentiti e cosa cambia con l’ordinanza pubblicata dal governatore? In aggiunta ai provvedimenti validi sul territorio nazionale (divieto di spostamento anche all’interno del proprio Comune), Musumeci ha anche abolito la possibilità di far visita a parenti o amici. La “deroga dei due congiunti”, che permetteva di far visita una sola volta al giorno e per massimo due persone per volta non è valida per il territorio della Regione Siciliana, come specificato dallo stesso governatore nella serata di ieri.
Gli unici spostamenti consentiti sono quelli per lavoro, salute o necessità (quali, ad esempio, fare la spesa o assistere un parente malato o non autosufficiente). Gli stessi motivi rimangono validi nel caso in cui sia necessario spostarsi all’esterno del proprio Comune, ma anche in questo caso è necessario compilare l’autodichiarazione. Non è consentito, invece, lo spostamento tra piccoli Comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti, eccezion fatta per i casi già specificati. In tutte le altre circostanze si rischia una contravvenzione per il mancato rispetto delle norme vigenti.
In caso di spostamenti ingiustificati o dichiarazioni false, la multa va dai 400 ai 1000 euro. La cifra, inoltre, può essere aumentata anche di 1/3 nel caso in cui la violazione avvenga tramite un veicolo.
Le conseguenze, tuttavia, sono ben più gravi nel caso in cui a dichiarare il falso sia un positivo sottoposto a regime di isolamento domiciliare, anche se asintomatico. In questo caso si sfocia nel penale e il rischio è l’accusa di epidemia colposa, che può essere punita anche con la reclusione da 1 a 6 anni.
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