Da qualche settimana sono iniziate le somministrazioni del vaccino Covid della Pfizer, il primo a ricevere il via libera dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Nei giorni scorsi, però, l’EMA si è pronunciata favorevolmente anche nei confronti di quello di Moderna, autorizzandone, di fatto, la somministrazione. Ma quali sono le somiglianze e le differenze tra le due versioni di vaccino Covid? Ne ha parlato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), intervenuto in conferenza stampa al Ministero della Salute.
Vaccino Covid: punti in comune e differenze tra Pfizer e Moderna
“Entrambi i vaccini- ha spiegato Locatelli- si basano sulla tecnologia dell’Rna messaggero, veicolato da nanoparticelle lipidiche”.
“Le differenze– ha continuato Locatelli- riguardano il fatto che il vaccino Covid di Moderna è approvato per la somministrazione sopra i 18 anni, mentre quello di Pfizer può essere utilizzato anche sugli utenti appartenenti alla fascia d’età 16-18 anni. Inoltre, l’intervallo tra le due somministrazioni del vaccino è attestato per moderna a 28 giorni, a differenza dei 21 giorni di Pfizer, e gli studi clinici ci dicono che l’acquisizione dell’immunità, che si verifica nel 95% dei vaccinati, avviene dopo 14 giorni dalla somministrazione della seconda dose”.
“Per ogni flaconcino di vaccino Moderna – ha sottolineato ancora l’esperto – sono ottenibili dieci dosi e quello che lo distingue rispetto al siero di Pfizer è che non necessita di essere diluito”
“Per quanto riguarda la sicurezza – ha rassicurato, infine, il presidente del Css- si può affermare che esso sia coerente con quanto osservato anche con il vaccino Pfizer. I dati forniti agli enti di controllo, infatti, sono largamente rassicuranti”.