Categorie: Attualità

Governo valuta “zona rossa” a Natale: è allarme assembramenti

Il Governo valuta l'ipotesi di una zona rossa nazionale nei giorni di festa. Cresce la preoccupazione, infatti, dopo le immagini degli assembramenti dello scorso weekend.

Le immagini degli assembramenti del weekend appena trascorso, che da Torino a Milano, da Roma a Catania testimoniano l’enorme afflusso di gente nei centri storici, avrebbe messo in allarme il Governo, che starebbe valutando adesso nuove restrizioni. L’allarme assembramenti e l’ipotesi, a quanto pare, più che concreta di una terza ondata a gennaio, infatti, starebbero spingendo il Governo nazionale verso la soluzione della “zona rossa” per i giorni di festa.

Da Nord a Sud: le immagini degli assembramenti

Il weekend appena trascorso ha testimoniato un preoccupante allentamento del grado di precauzione degli italiani, i quali, da Nord a Sud, hanno invaso piazze e strade dei centri storici, causando pericolosi assembramenti. Le immagini hanno testimoniato il consistente afflusso di gente, presente in massa e, in qualche caso, immortalata in assenza dei dispositivi di sicurezza personali.

Roma-Foto Ansa
Roma-foto Ansa
Brescia- foto Ansa

Governo verso nuove restrizioni

Gli assembramenti del weekend, sommati ai timori di una nuova ondata di contagi ancora più aggressiva a gennaio, starebbero, quindi, inducendo il Governo a valutare un irrigidimento delle misure anti-Covid nei giorni festivi e prefestivi.

L’ipotesi, emersa in occasione del vertice tra il premier Conte, i ministri Boccia e d’Inca e i capi delegazione delle forze di maggioranza, sarebbe quella di rendere l’Italia zona rossa o arancione nelle giornate ritenute a rischio. Qualche piccola eccezione dovrebbe essere prevista per i comuni di piccole dimensioni: l’idea sarebbe quella di consentire gli spostamenti per chi abiti in cittadine sotto i 5mila abitanti, ma non oltre i 30 chilometri.

Il nodo dolente della questione riguarderebbe, tuttavia, le attività di ristorazione. La maggioranza si trova, infatti, spaccata tra i “rigoristi”, che vorrebbero una chiusura anche a pranzo per i giorni di festa, e chi, al contrario, sostiene una linea più morbida.

 

 

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