La riapertura totale a dicembre rimane impraticabile per la maggior parte delle regioni. L'esecutivo è sempre più favorevole all'uso della Dad.
Nel nuovo DPCM in arrivo nei prossimi giorni potrebbero arrivare anche delle news scuola. Sembra tramontata l’ipotesi di una riapertura per tutti a partire dal 9 dicembre, proposta in un primo momento dalla ministra per l’Istruzione Lucia Azzolina. La proposta più probabile sembrerebbe di mantenere le chiusure attuali a seconda del colore delle regioni e riaprire dopo le festività natalizie, a gennaio.
A pesare sulla decisione di riaprire del tutto a partire dal 7 gennaio e non a dicembre c’è soprattutto il pressing delle regioni, che hanno preferito non prendersi un rischio “inutile” adesso e tentare un’apertura totale e in sicurezza a partire dall’anno prossimo.
La linea delle Regioni si potrebbe rivelare vincente anche per il governo, che in questo modo otterrebbe due risultati. Innanzitutto si eviterebbero aumenti di contagi in classe a ridosso del periodo natalizio. Inoltre, si eviterebbe anche di aumentare il traffico sui mezzi pubblici, rivelatisi un dei veicoli di contagio più pericolosi. Solo due regioni, Emilia-Romagna e Toscana, si direbbero favorevoli a una ripresa della didattica in presenza, alternata alla Dad.
Bocciata, infine, tanto dai presidi quanto dalla maggioranza, la proposta di andare a scuola la domenica, lanciata dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli.
Nelle zone gialle, la Dad verrà applicata a partire dal primo anno di scuole superiori. Scuole dell’infanzia, primaria e medie rimangono in presenza sia nelle zone gialle che nelle zone arancioni, dove nulla cambia sotto questo punto di vista.
Diverso il discorso per la zona rossa, dove rimane la possibilità di didattica in presenza solo per l’assistenza ad alunni con disabilità o per i laboratori.
Situazione analoga, infine, per il mondo dell’università, dove la didattica si svolge già a distanza.
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