Lettera aperta del rettore Francesco Priolo dopo la notizia del suicidio di uno studente dell’Universitร di Catania, avvenuto a Ragusa nei giorni scorsi.
“La comunitร accademica e studentesca catanese รจ stata scossa in questi giorni dalla drammatica notizia della scomparsa di un nostro giovane e brillante studente, ormai in procinto di laurearsi in uno dei nostri corsi di laurea triennali. Studente modello, molto apprezzato dai docenti che hanno avuto la possibilitร di incontrarlo nelle aule universitarie e di sostenerlo nei diversi passaggi della sua carriera e dai colleghi che ne hanno conosciuto anche il lato umano e lโanimo gentile.
Lโistituzione che rappresento รจ addolorata e si stringe unanimemente attorno alla famiglia, per sostenerla nel dolore che provoca il vuoto incolmabile lasciato da una perdita cosรฌ tragica.
Sfortunatamente, negli ultimi mesi, altri casi analoghi sono avvenuti. Di fronte a tali eventi luttuosi, siamo tutti tentati di cercare spiegazioni e di trovare risposte, che in termini causali possano arginare il senso di smarrimento intimo, che accompagna lo stupore e lโincredulitร di ciascuno di noi di fronte a tali notizie. Io credo possa essere irrispettoso cimentarsi pubblicamente in tale esercizio esegetico. E sarebbe certamente semplicistico e riduttivo ipotizzare che singoli eventi, per quanto spiacevoli, possano rendere conto della complessitร e della profonditร delle cause, che insondabilmente possono spingere un giovane, che ha davanti a sรฉ un percorso certamente ricco di soddisfazioni e gratificazioni, a rinunciare al bene piรน prezioso che possiede, la sua vita.
Tuttavia, una riflessione di ordine generale mi sento di doverla condividere con tutta la comunitร e in particolare con la parte piรน fragile e giovane di essa: gli studenti. Viviamo tempi difficili e incerti, le nostre societร sono attraversate da una crisi radicale, che allunga le sue mani anche nel substrato piรน profondo del nostro inconscio individuale e collettivo. Molte certezze rassicuranti sembrano vacillare e lโorizzonte puรฒ apparire fosco e indefinito. Il confinamento, il distanziamento fisico e sociale, il clima generalizzato di allarme e paura, che siamo costretti a vivere, hanno certamente accentuato i tratti piรน aspri di questa crisi. Come sempre capita, sono i piรน fragili a pagare il prezzo piรน alto. Gli esperti hanno da tempo lanciato lโallarme sul disagio esistenziale e ci parlano di un aumento vertiginoso dei casi di autolesionismo.
In un appassionante libro di alcuni fa, il filosofo Umberto Galimberti ammoniva tutti noi contro i rischi di una mancanza di riferimenti-guida tra la generazione dei piรน giovani e aveva definito lo spaesamento e la perdita di senso del futuro un vero male oscuro, โil piรน inquietante tra tutti gli ospitiโ. Una condizione in cui la vita, con le sue speranze e le sue opportunitร , si appiattisce nel vuoto esistenziale e nella mancanza di una crescita emotiva piena.
Il mio vuole essere, perรฒ, un appello positivo. Innanzi tutto, ai ragazzi. Quegli studenti e quelle studentesse che fino a poco tempo fa abitavano le nostre aule in maniera cosรฌ creativa e vitale e che oggi purtroppo abbiamo la possibilitร di incontrare solo a distanza, dietro le luci (a volte ingannevoli) di uno schermo. Questa condizione critica finirร certamente e giร molti segnali positivi li abbiamo davanti agli occhi. Non perdete la speranza, ma anzi rinnovate il vostro impegno per costruire il vostro futuro, che รจ anche il futuro di noi tutti.
Allo stesso tempo, faccio un appello anche ai meno giovani e in particolare ai docenti. Abbiamo una responsabilitร storica sulle nostre spalle: fornire un progetto etico e culturale alle nuove generazioni. Lo abbiamo sempre fatto e bene. Oggi ci tocca fare uno sforzo ulteriore. Perchรฉ le epoche di crisi sono epoche di grandi rischi, ma anche di grandi opportunitร . Dobbiamo, tutti, rilanciare il significato della nostra missione, che non รจ solo quella di trasferire nozioni e conoscenze, ma anche quella di comunicare e di saper entrare nel mondo di questi giovani.
Da solo, nessuno puรฒ dirsi al sicuro. Il nostro รจ un tempo che ha bisogno di una nuova alleanza tra le generazioni e lโUniversitร รจ probabilmente il luogo materiale e simbolico dove meglio questa alleanza puรฒ cementarsi. A noi, gli adulti, il compito storico di investire sul nostro futuro, sostenere questi ragazzi e queste ragazze, la loro forza, la loro creativitร , il loro entusiasmo. Solo in questo modo potremo tentare di evitare che tutta questa energia vitale, se frustrata, possa trasfigurarsi tragicamente nel suo opposto”