La situazione Coronavirus in Sicilia preoccupa. Nell’ultimo bollettino, nell’Isola sono stati registrati 578 positivi e l’Assessorato regionale alla Salute ha deciso di passare a misure volte non solo a evitare occasioni che favoriscono il diffondersi del contagio, ma anche attivando uno screening da effettuarsi su tutta l’Isola, per consentire in modo più efficace di monitorare la situazione del territorio.
La Regione Siciliana ha infatti da poco acquisito un milione di tamponi salivari, con l’obiettivo di effettuare un test per un siciliano su cinque. “La Sicilia è stata tra le prime regioni a dotarsi di tamponi rapidi – ha dichiarato l’assessore alla Salute Ruggero Razza a margine di una conferenza tenutasi a Catania –, stiamo acquisendo un milione di tamponi salivari, per gli screening sui territori, caratteristica già adottata nell’ordinanza. attraverso il bando dei giorni scorsi abbiamo avuto l’adesione di 3mila professionisti e contiamo di arrivare a quota 4mila, immetteremo professionalità che ci consentiranno di aumentare gli screening in ogni territorio. Nel fine settimana cominceremo quelli nelle isole minori”.
Inoltre, a proposito delle possibili chiusure annunciate in serata, Razza ha specificato che “ci sono comuni nelle province di Palermo, Trapani, Agrigento, di Messina che hanno evidenziato un numero crescente di contagi, valuteremo l’impatto epidemiologico e adotteremo delle iniziative in giornata”.
In merito all’andamento dei contagi, l’assessore ha dichiarato che la priorità dev’essere la circoscrizione del focolaio non l’istituzione di una zona rossa su un comune. “Va adottata una misura di screening e di “contact tracing”. Ogni situazione è diversa e dobbiamo dare la giusta risposta ad ogni situazione“, ha aggiunto.
Infine, l’assessore ha ripreso l’invito ai cittadini e al loro senso civico: “Chiediamo la loro collaborazione. Rispetto a una settimana fa, vedo che nelle città la mascherina la indossano tutti. I siciliani sono stati bravissimi, quando c’è stato l’invito a restare a casa è stato raccolto dalla stragrande maggioranza della popolazione, l’invito al rispetto delle regole oggi vale doppio. Non vogliamo chiudere, non vogliamo vedere i commercianti in strada come avvenuto in alcune regioni, vogliamo che i ragazzi vadano a scuola”.