Nove anni fa, il ricercatore Giambattista Scirè dell’Università di Catania aveva partecipato ad un concorso di Storia contemporanea bandito dallo stesso ateneo: in quell’occasione sarebbe stato escluso e soppiantato da un’altra candidata. Oggi la commissione è stata condannata dalla Corte dei Conti.
“Sono andato avanti a testa bassa (per 9 anni), testardo come un mulo, cocciuto come sempre anche dopo la sentenza di condanna penale- ha scritto lo stesso Sciré sulla sua pagina Facebook- e sono felice di comunicarvi l’esito e il testo della sentenza della Corte dei Conti di Palermo che condanna ufficialmente per danno erariale la commissione del noto concorso di storia contemporanea bandito dall’Università di Catania (per la sede di Lingue di Ragusa), già condannata in sede amministrativa (Tar e Consiglio di Giustizia) e penale (primo grado per il reato di abuso di ufficio in concorso tra loro, a un anno di reclusione e interdizione dai pubblici uffici)”.
Per i giudici della Corte dei Conti, dunque, la condotta dei convenuti è da ritenersi palesemente antigiuridica. Giambattista Scirè ha sottolineato l’importanza di questa sentenza: questa sarebbe un atto simbolicamente importantissimo non solo per sé ma per la collettività danneggiata economicamente dagli accusati.