Niente iscrizioni in calo, niente effetto Covid. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, commenta i primi dati (ancora parziali) sulle immatricolazioni e lancia segnali incoraggianti in vista dell’inizio del nuovo anno accademico. In particolare, i nuovi iscritti sarebbero aumentati soprattutto al Sud, con incementi tra il 5 e il 10%.
“Alcuni giovani, che prima cambiavano regione – ha dichiarato il ministro al quotidiano Reubblica – ora tentano di restare nel territorio di appartenenza. Vale soprattutto per i neo-immatricolati”. Insomma, il Covid starebbe riuscendo dove anni di politiche nazionali hanno fallito: mitigare il costante flusso di studenti che dal Sud si trasferiscono verso il Nord per motivi di studio, anche attraverso misure promosse dal governo nazionale quali l’aumento della no tax area e il sostegno al diritto allo studio.
Il caso, come dichiarato dal ministro, riguarda anche l’ateneo catanese: “A Catania l’incremento delle iscrizioni è del 5 per cento”. Proprio a Unict, l’aumento della richiesta di immatricolazioni è tra i fattori che hanno portato a un aumento di 1000 posti per i corsi a numero programmato locale. Accanto all’ateneo catanese, gli iscritti sono aumentati anche in altre università del Sud, come a Palermo e all’Università della Calabria.
Ma se al Sud gli atenei annunciano aumenti di iscrizioni, le domande non calano nemmeno al Nord. Per l’ateneo di Parma, ci sono ottimi riscontri nei nove corsi di studio ad accesso cronologico, dove oltre 2.500 aspiranti matricole hanno presentato domanda a fronte di 1.387 posti.
Infine, iscrizioni che reggono anche sul fronte degli studenti internazionali, come conferma il caso dell’Università di Bologna, dove ben l’8,5% degli immatricolati appartiene a questa categoria e dove, quest’anno, si registra un forte aumento della domanda da parte di studenti internazionali per i corsi di Pharmacy, Artificial Intelligence, Digital Humanities and Digital Knowledge e Chemistry.
Insomma, malgrado i dati completi sulle immatricolazioni saranno disponibili solo a metà ottobre, il sistema universitario italiano sembra aver retto l’onda d’urto provocata dal Covid, grazie anche alla risposta di tanti atenei, che si sono attivati per offrire servizi e abbassare le tasse a migliaia di studenti.