Test di Medicina 2020: come comportarsi con coloro che non possono sostenere il test per motivi legati al coronavirus? La risposta giunge incerta da parte del ministro Manfredi.
Oggi è il giorno decisivo per coloro i quali aspirano ad entrare nella facoltà di medicina e chirurgia in tutta Italia. I test d’ingresso a livello nazionale sono iniziati con quello per accedere alla facoltà di veterinaria a cui si sono presentati diecimila iscritti per 890 posti disponibili. A quello di medicina invece si sono iscritti in tutto 66.638 aspiranti in 38 atenei per 13.072 posti (con un incremento di 1.500 posti rispetto all’anno scorso). Pertanto entrerà in percentuale circa un candidato su cinque.
L’avvento della pandemia ha avuto un impatto significativo su scuola e università. In particolar modo sulle scelte che gli studenti hanno dovuto fare per organizzare il proprio futuro. Quasi 9 studenti su 10 cercheranno di iscriversi in un ateneo vicino alla loro residenza, senza doversi spostare troppo lontano: il 70% opterà per restare nella propria regione, mentre il 17% cercherà di non spingersi in una meta troppo lontana, magari andando in una regione confinante alla propria. I numeri aumentano se si guarda alle regioni del Sud da cui tradizionalmente partono diversi studenti per recarsi nelle regioni più a nord. Nel 18% dei casi gli studenti non partano per motivi di natura economica, mentre il 16% preferisce restare nei dintorni per motivi logistici.
Un problema che sta causando qualche grattacapo al MIUR riguarda coloro i quali si trovano in isolamento domiciliare a causa del Covid-19 e che per questo non potranno partecipare al test. Si trovano infatti in quarantena non solo i positivi ma anche chi ha semplicemente avuto un contatto con infetti e quindi è stato preventivamente isolato. In questi casi una sessione suppletiva che possa permettere l’accesso al test è una possibilità, ma sicuramente di difficile attuazione.
L’ipotesi di attuare una nuova sessione di test aprirebbe la strada ad un consistente numero di ricorsi, più di quanto già normalmente non ne arrivino. Ad esempio potrebbero manifestare contrasti coloro i quali sono stati bocciati sostenendo che chi ha effettuato dopo la prova ha avuto più tempo per prepararsi adeguatamente. Inoltre la data suppletiva potrebbe far splittare la pubblicazione della graduatoria nazionale prevista per il prossimo 25 settembre e conseguentemente l’inizio delle lezioni.
A tal proposito si è espresso il ministro Manfredi che ha manifestato interesse per questo caso particolare. “Questo è un tema molto delicato dal punto di vista giuridico – ha spiegato il ministro –. È all’attenzione del Governo, stiamo valutando tutte le opzioni. Facciamo domani i test per la maggioranza dei ragazzi, poi valuteremo queste situazioni particolari”.
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