Anche se la curva dei contagi continua a salire, il Ministro della salute Roberto Speranza esclude un nuovo lockdown ma invita tutti alla prudenza e alla responsabilità.
Il numero dei contagi ha raggiunto i livelli di maggio e ciò fa temere cittadini e imprese, preoccupati di una nuova chiusura totale. Ma il ministro della salute Roberto Speranza, rassicura gli italiani ed esclude nuovi lockdown e blocchi regionali, affermando che “la situazione non è paragonabile a quella di marzo.”
Il ministro ha, infatti, spiegato che “il nostro Servizio sanitario nazionale si è molto rafforzato. La situazione non è paragonabile a quella di febbraio-marzo, quando avevamo una curva di contagi fuori controllo e non avevamo un apparato pronto a tracciare e isolare i casi.”
Si tratta, quindi, di una situazione “diversa” da quella della prima fase dell’epidemia e, dato che, l’età media dei nuovi contagiati è di trent’anni, “molti non hanno nemmeno bisogno di cure.”
“In Italia avevamo cinquemila posti in terapia intensiva, ora sono raddoppiati”, sottolinea Roberto Speranza che aggiunge: “siamo in fase di convivenza col virus prendendoci dei rischi, il tasso zero contagi non esiste. Per azzerarlo ci voleva un lockdown per altri 3-4 mesi. Dobbiamo controllarlo ed evitare rischi inutili.“
Tuttavia, per affrontare questa nuova fase il ministro invita i cittadini, sopratutto i giovani, alla prudenza e alla responsabilità.
“Nessuno ha una ricetta per bloccare i contagi. Nessuno ha un metodo miracoloso. Nessuno ha la bacchetta magica. Noi dobbiamo affrontare questa fase rialzando il livello di attenzione sui comportamenti individuali. Sono questi che ci ha fatto piegare la curva in primavera. Mascherine, distanziamento e lavaggio delle mani.“
Inoltre, secondo il ministro è necessario rilanciare l’app Immuni sottolineando la sua utilità. “Posso garantire che è uno strumento non invasivo“, ha assicurato Speranza.
Il ministro ribadisce la necessità di ripartenza delle attività scolastiche e definisce la riapertura delle scuole il 14 settembre “un banco di prova”.
“Noi non possiamo rinunciare alla scuola. Un Paese democratico ed evoluto non può fare a meno di un bene primario per le generazioni più giovani.” Le scuole, quindi, riapriranno “adottando le misure di massima sicurezza.“
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