Leggere un libro col sottofondo delle onde del mare è uno dei piaceri più belli dell'estate. Prima di comprare l'ultima novità editoriale o afferrare un libro a caso dalla libreria, fermatevi a leggere qualche consiglio dalla nostra redazione.
Un telo sopra la sabbia, una bella giornata di sole, il mare e un buon libro. Molti non chiedono di più all’estate che di potersi ritagliare qualche ora su una spiaggia non troppo affollata, per terminare una lettura lasciata a metà o tuffarsi in un nuovo romanzo. A maggior ragione dopo il lungo periodo di quarantena, quando, secondo l’indagine del Centro per il Libro e la Lettura con l’Associazione Italiana Editori, gli italiani hanno letto meno del solito, complici anche la mancanza di tempo libero, le preoccupazioni e i timori generati dall’emergenza sanitaria.
Quale periodo migliore, quindi, dei giorni di agosto, quando migliaia di italiani partono per le vacanze, per mettere nella borsa mare un buon libro da portare con sé in spiaggia? Ecco, di seguito, alcuni consigli per tutti i tipi di lettore da parte della nostra redazione.
Una saga familiare che ha al suo centro la famiglia Florio, una delle più importanti famiglie industriali siciliane. Dall’abbandono di Bagnara Calabra negli ultimi mesi del 1799 al trasferimento a Palermo, i Florio conquistarono la Sicilia prima di lasciare con gli occhi sgranati l’Italia e il mondo intero per le loro imprese. Partiti da un piccolo negozio di spezie, si avviarono, tra gli altri settori, al commercio dello zolfo, del vino, il marsala, che grazie a loro divenne una bevanda pregiata, e del tonno, con la prima produzione di tonno in scatola, rilanciando lo sport in Sicilia con la famigerata Targa Florio.
Dove De Roberto racconta, nei Viceré, la pazzia e il progressivo collasso dell’aristocratica famiglia Uzeda, Stefania Auci, dall’altra sponda dell’Isola, dipinge nella stessa ambientazione storica la più famosa famiglia di tradizione industriale della Sicilia. Pubblicato solo un anno fa, il romanzo è diventato da subito un best-seller, edito in Stati Uniti, Spagna e Olanda e in corso di traduzione in 23 Paesi. Un romanzo di cui sentiremo parlare ancora a lungo, complice, forse, la futura realizzazione di una serie TV.
Il titolo del romanzo si rifà ai due poli tra cui si dipana la vita della protagonista, Margaret Hale, che a 17 anni per volontà del padre si trasferisce con la famiglia dalla piccola cittadina del Sud dell’Inghliterra dov’è nata a Milton, una città industriale del Nord. Due realtà completamente opposte che fanno sviluppare un iniziale sentimento di estraneità alla giovane. Dopo il primo impatto, però, Margaret si interessa sempre più a quel mondo industriale e alle persone che vi sono immerse, da una sua amica, ammalatasi a causa delle condizioni di lavoro della fabbrica in cui è impiegata, al proprietario di uno dei più grandi cotonifici della città.
Pubblicato in Inghilterra nel 1855, il romanzo di Elizabeth Gaskell è stato tradotto in Italia per la prima volta solo nel 2011. Nonostante non sia una lettura propriamente leggera, si tratta di un libro che merita attenzione per i tanti temi sviluppati al suo interno, con elementi spesso contrapposti tra loro e in apparenza inconciliabili (un primo esempio sta nel titolo) e per la complessità dei personaggi che danno vita al romanzo.
L’ultima indagine del commissario Salvo Montalbano, il primo libro in cui l’autore si confronta direttamente col suo personaggio. Riccardino prende le mosse dall’omicidio del direttore della Banca regionale di Vigata, ma l’indagine si allarga e coinvolge la chiesa, la politica, la mafia… la trama avviluppa Montalbano in uno dei casi più complessi che gli siano capitati, complici anche le crisi di identità che lo colpiscono, in un confronto tra Autore, Personaggio e Attore che ricorda Pirandello.
A un anno esatto dalla morte di Camilleri, come da sua volontà, esce un romanzo che era un caso letterario già da prima che andasse in tipografia. Sono molti i motivi di interesse di Riccardino, che dall’uscita ha rapidamente conquistato le classifiche dei libri più letti: alla presenza dell’Autore “di persona personalmente”, si aggiunge l’evoluzione del vigatese negli anni, di cui i lettori possono rendersi conto attraverso il volume parallelo Riccardino bis, che mette insieme la versione originale del 2005 con quella rivista, ma solo nella lingua, nel 2016.
“Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri”. Questa frase, che il poeta del XVII secolo Saib-Tabrizi scrisse a proposito di Kabul, dà il titolo a uno dei libri più letti degli anni 2000. La vicenda vede protagoniste due donne, Mariam e Laila, molto diverse tra loro ma che il destino farà incontrare. Entrambe vivranno sulla loro pelle i conflitti che per decenni hanno scosso il paese e le difficoltà di nascere in una società maschilista che degrada il ruolo della donna.
Ambientata in Afghanistan dal 1964 ai primi anni 2000, la storia di Mariam e Laila potrebbe essere la storia di migliaia di donne afgane. A loro, infatti, è dedicato il romanzo. Le due donne patiscono le scelte dei genitori o dei mariti, costrette a vivere una vita spesso subordinata alle decisioni altrui. Nonostante questo, dall’amicizia che le lega si rafforza un legame che diventerà, con il passare del tempo, l’unica ancora di salvezza.
Tutti conoscono la storia di Pinocchio, il burattino di legno che sogna di diventare un bambino in carne e ossa. Ma quanti hanno letto il libro? Il titolo originale è Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, ed è, complice il cartone animato realizzato dalla Disney, un capolavoro mondiale della letteratura per ragazzi.
Quest’estate, soprattutto per i più piccoli o per i loro genitori, leggere l’originale da cui è tratta la storia del più famoso burattino di sempre potrebbe riservare numerose sorprese, scatenando una vera e propria caccia alle differenze tra la versione cinematografica e quella letteraria, nella certezza che sarà davvero impossibile scegliere quale sia la migliore.
Vincitore del premio Strega nel 1957, questo romanzo di Elsa Morante è uno dei libri più belli pubblicati tra gli anni ‘50 e ‘60 in Italia. La vicenda è ambientata nel 1938, ma Procida, l’isola su cui nasce e cresce Arturo, il protagonista, è quasi fuori dal tempo, e, se non fosse per il traghetto che la collega con Napoli e il carcere in cima a una collina, somiglierebbe a uno di quei luoghi immaginari che sogna di raggiungere Arturo quando potrà lasciare l’isola.
Proprio il legame che il protagonista e gli altri personaggi hanno con Procida, invece, prima che quello che si instaura tra loro stessi, è una delle chiavi di lettura più interessanti. “Per anni la critica letteraria non ha fatto altro che psicoanalizzare i personaggi con i loro complessi freudiani – spiega Regina, la collaboratrice di LiveUnict che consiglia il romanzo –, ma l’isola in cui è ambientata la storia, ovvero Procida, è come se fosse un co-protagonista. Procida fa da culla, tiene legati i personaggi perché tutti hanno qualcosa a Procida e cercano quello che non potranno mai avere”.
Con Normal People, Rooney, 27 anni, si attesta ancora di più come “la voce dei millennials“. Dal romanzo è stata tratta anche una serie TV dal titolo omonimo, prodotta dalla BBC e disponibile dal 16 luglio in Italia.
Il secondo romanzo della scrittrice irlandese racconta la relazione tra due giovani, Connel e Marianne, dal 2011 al 2015, dagli ultimi anni della scuola superiore ai primi al Trinity College di Dublino. Come nel primo romanzo, Parlarne tra amici, anche qui la relazione tra i due è “clandestina”, anche se si tratta di un segreto di cui tutti sono a conoscenza. I rapporti di potere tra i protagonisti e tra loro e la società sono al centro del romanzo, così come la questione di classe. Connel e Marianne, infatti, sono di due estrazioni sociali completamente diverse e le differenze affiorano a più riprese nel romanzo. La questione più spinosa, però, resta quella delle relazioni.
I riferimenti biblici, derivanti dalla cultura ebraica dell’autore, storici e personali del libro si trasformano in metafore di forte impatto per raccontare il vero tema del libro: i cambiamenti climatici e l’effetto che la nostra alimentazione ha su di essi. Le sfide che non appartengono alla prossima generazione, ma a questa, vengono presentate con una lucidità disarmante , che inchioda i singoli individui, e non solo governanti o multinazionali, alle loro responsabilità.
Allo stesso tempo, tuttavia, Foer evita i toni sicuri di chi sa di aver preso la decisione giusta e, convinto della validità delle proprie scelte, intima agli altri cosa fare. Nel capitolo più intimo del libro, Dialogo con l’anima, lo scrittore si mette a nudo e racconta le proprie difficoltà, al limite dell’ipocrisia, nel seguire quanto chiede di fare agli altri. Un libro, quindi, che affianca ai cambiamenti climatici i limiti dell’uomo. E cerca di continuo di superarli.
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