Il FAI, il fondo per l’ambiente italiano, ha pubblicato sul suo portale web i risultati, ancora parziali, de “I Luoghi del Cuore”. È possibile votare fino al 15 dicembre prossimo il luogo che si preferisce di più fra quelli in elenco, oppure è possibile segnarne uno. Per farlo, basta andare sul sito del FAI, inserire i propri dati e votarli. L’anno scorso furono 27 i progetti sostenuti per interventi di recupero dal Fondo Ambiente Italiano.
Ad oggi la Sicilia ha al primo posto della classifica provvisoria (al 9° posto della classifica nazionale) la Scala dei Turchi a Realmonte, la scogliera in marna bianca che si affaccia sul mare tra Agrigento e Porto Empedocle. Si tratta di una parete rocciosa che ricorda la forma di una scala irregolare e ricurva. Deve il suo nome ad un evento risalente al XVI secolo, quando i pirati Saraceni (chiamati Turchi dagli abitanti dell’isola), la usarono come punto d’approdo per saccheggiare i paesi vicini.
Il luogo di inestimabile bellezza paesaggistica tuttavia non è stato negli anni esente da abusi edilizi. Dagli anni Ottanta del secolo scorso una delle spiagge su chi si affaccia la Scala era deturpata da un complesso alberghiero in cemento non concluso. Grazie alla mobilitazione del censimento FAI del 2008, l’ente ha agito a favore della riqualifica del luogo affiancando Legambiente in una battaglia legale, che nel 2013 ha portato all’abbattimento dell’edificio abusivo. Inoltre FAI e Intesa Sanpaolo hanno sostenuto la demolizione anche di un altro edificio abusivo costruito su uno dei terrazzi rocciosi in cima alla Scala. L’aerea è stata poi trasformata in belvedere pubblico in collaborazione con il Comune.
A seguire troviamo come luoghi del cuore FAI il Pozzo di Gammazita e il Teatro Bellini di Catania. Il primo, al 6° posto nella classifica di Sicilia e al 26° in quella nazionale, è una fonte realizzata nel XII secolo nel centro storico della città, alimentata dal fiume sotterraneo Amenano. Nel 1669 fu sommersa da uno spesso strato di lava, circa 12 metri, dall’eruzione dell’Etna. Fu riscoperta a distanza di un secolo quando venne resa accessibile tramite la realizzazione di una scala scavata nella pieta lavica in cinque rampe di 62 scalini, che termina in una vasca rettangolare in cui scorre l’acqua, assumendo l’aspetto di un “pozzo”. Il nome del luogo è dovuto ad una leggenda che racconta di una giovane popolana, Gammazita, che per sfuggire alla violenza di un soldato angioino si gettò nel pozzo. Negli ultimi anni, dopo un lungo periodo di abbandono e degrado, il bene è stato oggetto di attività di valorizzazione. Nello specifico il comitato “Il Pozzo di Gammazita e le vie dell’acqua” partecipa al censimento 2020 per chiedere di assicurarne la fruizione e la promozione, insieme alla creazione di un percorso legato alle acque sotterranee della città.
Molto votato è anche il Teatro Massimo Bellini (9° posto in Sicilia e 50° in Italia), uno dei più significativi simboli della città. La sua costruzione iniziò nel 1812, ma si concluse solo molto tempo dopo, nel 1887, a seguito del progetto dell’architetto Carlo Sada che lo ultimò in 7 anni. Venne inaugurato nel 1890 con la rappresentazione della Norma di Bellini, compositore nativo di Catania, tra i più celebri dell’Ottocento. Il prospetto principale è in stile neobarocco e si ispira alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Al suo interno spiccano il petit foyer, la grande sala ovale da 1.200 posti, i quattro palchi e gli affreschi sul soffitto.