Terremoto in casa Sigi dopo l'indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Catania su alcuni membri del CdA: chiaro, però, l'intento di voler proseguire all'acquisto del Calcio Catania.
È stata una vera e propria doccia fredda quella che ha colpito l’organigramma della neonata società per azioni Sigi intenta, da tempi non sospetti, a voler acquisire i diritti sportivi del Calcio Catania ed a salvare la storica matricola 11700.
La notizia di ieri, circa l’arresto di alcuni componenti del CdA, ha fatto balzare dalla sedia anche i più ottimisti, in vista dell’asta competitiva che si terrà il 23 luglio al Tribunale di Catania. L’indagine della Guardia di Finanza di Catania ha infatti colpito 30 persone, a vario titolo, per associazione a delinquere, reati tributari e indebite compensazioni aggravate dalla partecipazione di professionisti.
Tra questi, balzano alla cronaca il nome di Antonio Paladino, vice presidente vicario di Sigi, Renato Balsamo, presidente del CdA di Sigi, e Giuseppina Licciardello, Presidente del collegio sindacale di Sigi, ovvero l’organo preposto aventi funzioni di controllo e di vigilanza sull’amministrazione.
Ma la Sigi, riunitasi in riunione straordinaria nel pomeriggio di ieri, presso lo studio legale dell’avvocato Ferraù, non è rimasta a guardare nonostante la batosta mattutina presa. Lo stesso Fabio Pagliara, all’uscita della riunione, ha puntualizzato un repentino riordino delle cariche aziendali e la volontà degli attuali soci di sopperire al denaro utile alla causa, venuto meno inevitabilmente con l’uscita di scena dei componenti sopracitati.
Incassato il colpo e dichiarando totale estraneità della spa alla vicenda giudiziaria, ha rilasciato un comunicato stampa, dichiarando l’intento di voler arrivare fino in fondo per l’acquisto del Calcio Catania:
“La SIGI e i suoi soci si sono prontamente riuniti per affrontare la situazione traumatica determinata dall’ordinanza cautelare che ha colpito lo Studio dei Commercialisti che seguiva la compagine e che si era impegnato anche a partecipare al capitale sociale.I soci della SIGI, benché emerga chiaro, fanno rilevare di essere completamente estranei ai fatti contestati e confermano piena fiducia nell’operato degli inquirenti, fermo il diritto degli incolpati di essere riconosciuti non colpevoli. I soci della SIGI hanno deciso di mettere in atto pronta operazione di self-cleaning e di riorganizzarsi a stretto giro anche dal punto di vista finanziario, per poter partecipare alla gara competitiva, secondo gli intendimenti e gli obiettivi già noti“.
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