Il Decreto Semplificazioni, “salvo intese”, arriva dopo un lungo Consiglio dei ministri notturno. Una discussione di quattro ore che ha analizzato articolo per articolo – in tutto cento pagine – che già alle spalle aveva settimane di trattative, e le divergenze sono ancora tutt’altro che appianate. I nodi della riforma, dicono da Palazzo Chigi, sono perlopiù “tecnici, non politici”.
Le opere da sbloccare sono tra le 40 e le 50 ma l’elenco non è ancora stato inserito all’interno del decreto proprio per le divergenze non ancora appianate. Per nominare i commissari ci sarà tempo fino a fine anno. Il decreto, per un totale di una cinquantina di articoli e 100 pagine, è stato definito dal premier Conte, che finalmente ha ottenuto il via libera dal Consiglio, “la madre di tutte le riforme“.
Decreto Semplificazioni: il dibattito interno al Cdm
I presenti riportano che l’accesa discussione all’interno del Consiglio riguarda soprattutto la possibilità non solo per i commissari ma anche per le stazioni appaltanti di agire, per far fronte agli effetti negativi dell’emergenza Covid-19, in deroga a tutte le norme, tranne quelle penali, antimafia e quelle sulla sicurezza sul lavoro. Particolarmente perplessi sulle deroghe Pd e Leu. L’intesa è invece raggiunta sulla lista delle grandi opere da affidare al controllo dei commissari straordinari; la lista non è stata aggiunta al decreto ma verrà allegata al piano Italia veloce del Ministero delle Infrastrutture.
Decreto Semplificazioni, abuso d’ufficio: modifica del reato
Raggiunto l’accordo sul Durc (Documento Unico di Regolartià Contributiva) ma eliminata, su richiesta del ministro Roberto Speranza, la norma che prevedeva l’aumento delle percentuali di subappalti.
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Un’importante novità è la modifica del reato di abuso di ufficio, per il quale si arriva a un’intesa. Se oggi si incorre nell’abuso di ufficio qualora ci si procuri un vantaggio violando “norme di legge o di regolamento“, con la nuova modifica sarà punibile chi violi “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali residuino margini di discrezionalità“.