L'istituto nazionale di statistica rileva un drastico crollo degli occupati nel mese di pieno lockdown. Aumenta il numero di inattivi e diminuisce il tasso di disoccupazione.
L’istituto italiano di statistica, noto anche con il nome di Istat, effettua periodicamente delle analisi economiche sugli indicatori più importanti che evidenziano lo stato di salute del paese. Nel mese di aprile 2020, ancora nel pieno del lockdown, viene registrato un calo drastico degli occupati pari a 274 mila occupati in meno rispetto al mese di marzo. A seguito delle stringenti misure di mobilità e a causa dell’incertezza generalizzata, era abbastanza prevedibile una forte ricaduta in termini occupazionali sul mercato del lavoro.
L’Istat sottolinea che “l’ occupazione ha registrato una diminuzione di quasi 300 mila unità, che ha portato nei due mesi a un calo complessivo di 400 mila occupati e di un punto percentuale nel tasso di occupazione”. Tuttavia, viene registrata anche la diminuzione del tasso di disoccupazione, che scende al 6,3% dal 8,0% del mese di marzo.
Questo può sembrare paradossale, ma la motivazione di questo decremento è rintracciabile nel metodo di calcolo dell’indice di disoccupazione. Infatti, al numeratore della frazione sono presenti il numero totale di disoccupati, mentre al numeratore vengono riportati il numero di occupati insieme alle persone in cerca di lavoro. Dato che quest’ultimi si trasformano in inattivi, ovvero persone che non cercano un lavoro e neanche lo possiedono, l’intera frazione subisce una riduzione. Ecco spiegato perché l’intero indicatore crolla. Stando a quanto rilevato dall’Istat, infatti, gli inattivi salgono a 746 mila unità.
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