Il ministro dell'Istruzione rivede le possibilità per il test di Medicina 2020: si farà nell'Ateneo più vicino della Regione di residenza. Queste le ultime news al riguardo, inerenti a università e test ammissione a numero programmato nazionale.
Le università non accentuano una ripartenza, ma il periodo dei test d’ingresso è ormai prossimo. Uno dei problemi che il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, vuole subito risolvere è quello relativo al test di Medicina 2020.
Questo punto rappresenta un nodo importante per far ripartire il mondo universitario: saranno circa 60 mila candidati per i 13 mila posti disponibili per il corso di laurea a numero programmato (a livello nazionale).
Il test d’ammissione, nella modalità classica, vede gli studenti spostarsi per sostenerlo nella sede per cui si vuole concorrere. Proprio per evitare gli spostamenti di massa, il ministero dell’Università propone lo svolgimento – di presenza – del test di Medicina 2020 negli Atenei della regione di residenza, con la moltiplicazione delle sedi e delle date.
Ad annunciarlo è lo stesso ministro Manfredi, il quale è a lavoro per pubblicare il decreto relativo all’istruzione universitaria. Ma le decisioni dipenderanno sempre dallo sviluppo dell’epidemia. Non a caso, se dovessero arrivare nuove chiusure forzate, il ministro proporrà un test suddiviso in più giorni. Inoltre, esclusa del tutto l’alternativa di test a distanza e online.
Un’altra decisione che viene dal ministero dell’Istruzione e della Ricerca è quella di spostare la data del test di Medicina 2020, dal 1° settembre al 3 settembre.
Nel frattempo, si rimanda il rilancio dell’Università. Infatti, negli ultimi giorni è stata diffusa l’ipotesi di un prolungamento delle attività didattiche online fino alla fine dell’anno. A pensare e a studiare quest’ipotesi è stata la Conferenza dei rettori delle università italiane.
La Crui, nella riunione online avvenuta nei giorni precedenti, ha messo sotto la lente d’ingrandimento le due ipotesi più plausibili, al fine di evitare un’innalzamento del contagio a partire da settembre: la didattica mista (sia con lezioni di presenza con poca affluenza e con lezioni online) e la didattica a distanza, che da marzo ha sostituito il metodo tradizionale.
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