È stata eseguita un’ordinanza per misure cautelari dai militari della Guardia di finanza su 11 soggetti accusati ed indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (principalmente cocaina e marijuana) nonché all’esecuzione di furti aggravati anche in abitazioni.
L’operazione dei finanzieri si è basata su un procedimento penale del 2016 che portò all’arresto di 2 persone, le quali sono state trovate in possesso di sostanze stupefacenti destinate alla vendita per il sodalizio criminale attualmente investigato. Questo ruota attorno alla figura di Carmelo Russo (1955) la cui abitazione di Misterbianco fungeva da centrale operativa dello spaccio oltreché sede di incontri con pregiudicati e soggetti sottoposti a provvedimenti di sorveglianza speciale della pubblica sicurezza.
Carmelo Russo insieme al fratello Mario (1972), quest’ultimo già condannato per la sua appartenenza al clan mafioso dei “Cursoti Milanesi”, mantenevano costanti relazioni con fornitori (palermitani e calabresi) ed acquirenti (localizzati a Messina, Siracusa, Motta Sant’Anastasia, Portopalo di Capopassero) avvalendosi di diversi collaboratori: Filadelfo Innao (1957) e Cirino Giannetto (1971) per la gestione della cassa comune e anche come corrieri della droga; Emanuele Pavone (1966) il quale si occupava della fase di approvvigionamento degli stupefacenti; i due calabresi Antonio Bevilacqua (1974) e Antonio Pelle (1986), fornitori della droga alla criminalità catanese.
Il secondo sodalizio che è stato posto sotto investigazione da parte della Guardia di finanza vede l’associazione a delinquere guidata da Vito Danilo Caputo (1989) e da Pio Giuseppe Scardaci (1986) e completata da Alfio Stancapiano (1994) e Carmelo Motta (1985). Questi si sono resi autori seriali di furti, anche tentati, in appartamento.
Nello specifico, gli indagati erano soliti impossessarsi delle chiavi dell’abitazione che il malcapitato lasciava incustodite nella sua autovettura per poi recarsi presso l’appartamento della vittima e agire indisturbati. Spesso la persona offesa non si rendeva conto della sottrazione delle chiavi in quanto l’autovettura veniva aperta senza che gli indagati lasciassero evidenti segni di effrazione.
L’indagine del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania ha, dunque, permesso di porre fine all’attivismo di due agguerriti sodalizi che si muovevano a stretto contatto con soggetti interni ad organizzazioni mafiose già raggiunti da provvedimenti restrittivi richiesti da quest’Ufficio ed eseguiti anche da altre forze di polizia.
Aggiornamento: Con provvedimento del 3.6.2020, il Tribunale del Riesame di Catania ha disposto l’immediata scarcerazione del sig. Motta Carmelo, arrestato in seno all’operazione “Consegna a Domicilio”. Il tribunale del Riesame ha escluso i gravi indizi di colpevolezza relativamente alla contestazione di associazione per delinquere e ritenuto l’insussistenza delle esigenze cautelari che avevano determinato la misura cautelare.