Università in pillole

Decreto Rilancio, 290 milioni alle università: effetti su tasse e borse di studio

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La crisi economica in atto preannuncia un calo delle iscrizioni all'Università, perciò il nuovo Decreto Rilancio prevede un finanziamento agli Atenei.

Finanziamenti anche alle università nel nuovo Decreto Rilancio. Circa 290 milioni di euro, per gli atenei italiani: un fondo di notevole valore, se si pensa che quest’anno le immatricolazioni subiranno, probabilmente, un netto calo. Uno studio dell’Osservatorio Talents ha previsto un calo dell’11% delle matricole nel nostro paese, a causa della crisi economica generata dalla pandemia. Inoltre, un altro report, commissionato dal ministero dell’Università ipotizza, addirittura, una loro diminuzione del 20%. Se si considera che le immatricolazioni comportano un aumento considerevole delle entrate economiche universitarie, già vessate dai procedimenti “no-tax” attuati da molti Atenei, la situazione si può considerare preoccupante.

Inoltre, in Italia, dove il numero dei laureati è di gran lunga inferiore rispetto a coloro che abbandonano gli studi dopo il primo anno, perdere altre iscrizioni sarebbe molto dannoso. Ciò è confermato dal presidente della Crui, Ferruccio Resta (Politecnico di Milano), che riconosce la necessità di  “fare di tutto per evitare una situazione in cui lo studio universitario sia visto di nuovo come un lusso”.

Tasse e borse di studio

Per far fronte, almeno in parte, a queste difficoltà, il Ministro Manfredi avrebbe predisposto quattro linee di intervento economico. Dei 290 milioni per l’università, i primi 62 servirebbero ad aiutare gli studenti, per quanto riguarda il servizio della didattica a distanza. Gli altri 165 milioni per il diritto allo studio sono indirizzati in tre direzioni: innalzare la no-tax area da 13 a 20mila euro, aumentando a 500mila il numero dei beneficiari; ridurre le tasse agli studenti con Isee tra 20 e 30mila euro; aiutare in maniera mirata le famiglie oltre quella soglia che sono state colpite dalla crisi.

Inoltre, si darebbe man forte alle borse di studio fornite dagli enti regionali, che prevedono un finanziamento di 40 milioni. Il quarto filone di interventi è quello dei Dottorati di ricerca, che riceveranno 15 milioni di euro, con cui prorogare di due mesi i contratti scaduti.

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Riapertura università

Per quanto riguarda, invece la riapertura degli atenei, le attività di laboratorio, almeno per il personale docente, ripartiranno un po’ ovunque. Invece, la didattica in presenza è di difficile attuazione, nelle condizioni attuali: la direttiva generale prevede che le lezioni continueranno ad essere svolte online, almeno fino a settembre mentre, secondo quando auspicato dal Ministro, le sedute di laurea potrebbero tornare a svolgersi in presenza da metà luglio.

Tuttavia, molti atenei, tra cui quello di Catania, hanno preferito proseguire le sessioni di esami e lauree da remoto, almeno per tutto il periodo estivo. Invece, altri atenei, tra cui l’Università di Palermo, hanno predisposto lo svolgimento di esami scritti in presenza già dal 1 giugno.