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Scuola a distanza, studenti e prof: “C’è più distrazione, materiale digitale da migliorare”

È già passato quasi un mese da quando le scuole sono state chiuse ed è iniziata la didattica a distanza. Studenti e docenti hanno raccontato a LiveUnict le loro impressioni e valutazioni, analizzandone i pro e contro per capire se questo modo di insegnare e di apprendere funziona.

In queste ultime settimane il sistema dell’istruzione italiana sta compiendo un esperimento riguardante la didattica a distanza. A causa dell’emergenza COVID-19 le scuole sono state forzate a sperimentare un nuovo modo di fare lezione, davanti ad un computer. È già passato praticamente un mese dall’inizio delle lezioni online ed è tempo dei primi bilanci, sia dal punto di vista degli studenti che dai professori coinvolti.

La didattica a distanza per gli studenti, tra solitudine e flessibilità

Uno dei problemi principali riscontrati dagli studenti è la mancanza di motivazione: la monotonia delle mura domestiche e la mancanza di contatto umano hanno in diversi casi scatenato un effetto narcotico e demotivante nei confronti dello studio. “Al momento non mi sento molto motivato a prendere i libri e iniziare a studiare – dichiara uno studente ai microfoni di LiveUnict – prima ero molto motivato, volevo presentare una bella pagella a fine anno; ma adesso questa voglia viene a mancare. Stando a casa si va incontro ad innumerevoli distrazioni e questo rende anche più pigri”. D’altro canto, una studentessa sostiene di sentirsi motivata, “perché i professori sono presenti e attenti alle attività che svolgiamo e quindi, nonostante le distrazioni, riesco a proseguire nello studio”. 

Come ogni sistema didattico, anche le lezioni online presentano dei pro e dei contro. “Ovviamente gli orari flessibili”, dichiara uno studente, che non ha dubbi nell’indicare i vantaggi della didattica a distanza. “La comodità del poter stare a casa, si è sempre puntuali con le videolezioni, non devi spostarti e/o prendere mezzi per arrivare a scuola, si sta più attenti alla lezione, non puoi parlare col compagno di banco ecc.”, aggiunge invece un altro. L’altra faccia della medaglia è però quella della solitudine: “manca quel rapporto più stretto con i compagni e i professori e quella sintonia che si creava in classe”, sostengono i ragazzi intervistati. Ancora, malgrado sia già passato del tempo, si presentano problemi tecnici: “spesso Internet è lento e/o la telecamera decide improvvisamente di non funzionare. Inoltre non c’è una lavagna, non hai i tuoi amici accanto… e poi, quanto è triste dover fare un’interrogazione online?”. 

Sicuramente il sistema presenta delle falle non di piccola natura, ma la strada della didattica a distanza è appena stata intrapresa e non mancano gli spunti per migliorare. Alcuni studenti sono tutto sommato soddisfatti dell’andamento delle cose, mentre altri hanno già dei suggerimenti. “Maggiore organizzazione da parte della scuola stessa e migliorare il dialogo con e tra i professori – dichiarano -. Nonostante alcune difficoltà, però, penso che il nostro Paese stia facendo un ottimo lavoro, lo studio non è di certo uguale a quello che si svolgeva in classe, ma stiamo riuscendo ad adattarci. Con la giusta organizzazione e collaborazione, si può lavorare bene e serenamente”. Il bilancio complessivo, insomma, è che la didattica a distanza è un’esperienza con punti forti e deboli: gli studenti ne stanno conoscendo diversi e cercano di trarre il meglio da questa esperienza senza dubbio complessa. 

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La maturità ai tempi del Coronavirus, gli studenti: “Vogliamo tornare a scuola!”

Dall’altro lato della cattedra (virtuale): i pareri dei docenti

“La prima difficoltà è stata quella di catturare l’attenzione dei ragazzi – dichiara uno degli insegnanti ai microfoni di LiveUnict -, i quali pensavano di trovarsi letteralmente in vacanza e di non essere tenuti a lavorare con queste nuove metodologie. Altre difficoltà sono state di tipo tecnico, legate al fatto che non tutte le famiglie godono attualmente di una connessione stabile e non possiedono gli strumenti necessari per poter permettere ai figlidi partecipare ad una video lezione, ad esempio”. Per un’altra docente, a causa del muro innalzato dal desktop è venuta a mancare “la parte affettiva che serve nel percorso di crescita e maturità, non solo allo studente, ma anche all’insegnante”. 

“Gli allievi, ma soprattutto le allieve – nota invece un’insegnante -, evitano di mostrarsi tramite webcam se non sono adeguatamente ‘pronte’, se i capelli non sono ben fatti e se il trucco manca”, fornendo un interessante spunto di riflessione riguardante la paura di mostrarsi al naturale, così come si è anche in tempi di quarantena. La didattica sta cambiando, e cambia il rapporto tra studenti e docenti. “Fare didattica non è spiegare e assegnare o correggere, è molto di più e lo stavo (ri)scoprendo sotto altre vesti”, afferma una docente. Un’altra ancora parla della mancanza di interazione, fondamentale per l’insegnamento: “Non hai un feedback diretto da parte degli alunni dopo la spiegazione di un nuovo argomento. Anche solo guardando i loro visi capisci perfettamente se ciò che hai appena detto è chiaro o meno”. 

Alla fine di questo grande “esperimento”, quali saranno i frutti da raccogliere? Non sarà sicuramente semplice tornare gradualmente alla normalità delle lezioni tradizionali, ma da questa esperienza si potranno trarre degli utili insegnamenti. “Bisognerebbe rafforzare il materiale digitale. Studenti e docenti dovrebbero essere forniti di materiali adatti per l’e-learning”, dichiara una docente in merito alle possibilità che la didattica a distanza apre per il domani. A metà anno scolastico i dubbi, i timori e le ansie sul futuro sono diversi: come si gestirà lo scrutinio di fine anno? Per i maturandi, come si svolgeranno le prove di maturità che segneranno il passaggio dall’essere adolescenti a giovani adulti? Tante domande a cui, allo stato attuale, è difficile dare una risposta. Sarà il tempo a dirci se avremo saputo accogliere la sfida e superarla. 

Serena Valastro

Laureata in Lingue e culture europee, amante di cinema, musica, arte, informazione, storie. Scrivere è entrare in nuovi spazi, conoscere qualcosa di nuovo, vivere situazioni e sensazioni sempre diverse per trasmetterle a chi vuole viverle.

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Serena Valastro

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