Il cognome Florio è certamente molto noto sia in Italia che all’estero. Si tratta infatti di una famiglia che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, ha segnato la storia per la propria incidenza in ambito commerciale, politico e culturale. E questa dinastia è particolarmente legata alla Sicilia, in quanto proprio in questa regione si sviluppò il loro successo. Tra gli esponenti della famiglia Florio è presente anche Vincenzo, uno degli ultimi discendenti che fu ideatore della famosa “Targa Florio”. Nel giorno dell’anniversario della nascita dell’ideatore della nota gara automobilistica, ecco il racconto della loro storia.
I Florio
La famiglia Florio, sebbene fortemente collegata alla storia della Sicilia, non è originaria di questa regione. La loro terra è infatti la Calabria, area in ogni caso molto vicina all’Isola maggiore italiana. In seguito ad un violento terremoto, Paolo, bisnonno di Vincenzo Florio, decise di recarsi in Sicilia per cercare fortuna. La trovò a Palermo, dove aprì una drogheria che in seguito fu gestita dal fratello e poi da Vincenzo, primogenito di Paolo, i quali ottennero i primi successi della famiglia.
Fu proprio quest’ultimo a dare lo slancio all’attività di famiglia aprendo anche nuove strade, come la produzione di vini e la gestione di diverse tonnare. Fu anche senatore del Regno d’Italia ed ebbe i primi contatti con l’estero, fondando una compagnia di navigazione che collegava la Sicilia all’America. E il successo della seconda generazione Florio non venne meno con i suoi discendenti: Ignazio Senior portò infatti avanti il nome e gli interessi della famiglia acquistando anche le isole di Favignana e Formica. Sulla prima, tutt’oggi visitabili, furono costruiti una tonnara e un palazzo destinato all’uso della dinastia Florio.
Un’altra figura fondamentale della famiglia fu certamente Donna Franca Florio, moglie di Ignazio Junior. Nobildonna siciliana, fu decisamente un’icona del suo tempo, dividendosi tra gli affari del marito e la vita mondana dei migliori salotti del tempo. Gli ultimi discendenti dei Florio vissero quindi il periodo d’oro della dinastia, che nel frattempo si trovava nella lista delle famiglie più ricche d’Italia. Tuttavia il cognome della stirpe si perse dopo la quarta generazione: la figlia di Ignazio Jr. fu infatti l’ultima discendente diretta dei Florio e si spense nel 1989.
Il giovane Vincenzo Florio
Vincenzo Florio nacque a Palermo il 18 marzo 1883 e fu quindi uno degli ultimi rappresentanti della sua dinastia. Figlio di Ignazio Senior e cognato della “Stella d’Italia” Franca Florio, anche il giovane Vincenzo fu una figura di spicco del suo tempo. Sia in ambito imprenditoriale che in ambito mondano seppe infatti farsi strada tra la concorrenza che trovò sul suo cammino.
Vincenzo Florio fu sempre interessato al mondo della cultura e delle arti. Inoltre, insieme alla cognata Franca, fu spesso organizzatore di grandi eventi mondani, quali balli e ricevimenti che includevano i personaggi più importanti dello scenario palermitano della Belle Époque. Lui stesso fu bello, colto, affascinante e con grandi capacità comunicative: qualità sviluppate anche grazie alla possibilità di viaggiare per il mondo durante l’età della sua formazione.
Vincenzo ricoprì un ruolo fondamentale per la Sicilia e per Palermo in particolare. Anche grazie alle amicizie della famiglia, riuscì a rendere il capoluogo siciliano un punto fondamentale della cultura in Italia. Tra i contatti della stirpe Florio si potevano infatti trovare noti personaggi del panorama culturale italiano ed estero, come il Kaiser Guglielmo II, il quale spesso si fermava a passare del tempo in Sicilia a casa dei Florio.
La targa Florio
Uno dei contributi più importanti che il giovane Vincenzo Florio ha lasciato al mondo e alla Sicilia in particolar modo è sicuramente la “Targa Florio”. Si tratta di una gara automobilistica che si svolge in Sicilia, in un percorso che ha per scenario le Madonie. Vincenzo fu infatti da sempre appassionato di automobili: sin da ragazzino si dedicò alla scoperta del mondo dei motori, tanto da farne diventare la sua area di occupazione principale.
Fu proprio Vincenzo Florio ad avere l’idea di organizzare una corsa automobilistica che è arrivata fino ai giorni nostri. La prima gara si svolse il 6 maggio 1906 e fu vinta da un corridore torinese. Da quel momento in poi, la Targa Florio è entrata nella storia della Sicilia e non ne è più uscita.
Nell’idea di Vincenzo, la gara sarebbe anche diventata un ottimo richiamo per il turismo nell’Isola, portando un numero sempre maggiore di persone a visitare la Sicilia in concomitanza con la loro partecipazione all’evento sportivo. Ma l’impegno di Vincenzo in questo settore non finì certo con l’ideazione della Targa: fu infatti anche grazie al giovane Florio che venne fondato l’Automobile Club di Sicilia, che la Sicilia fu inclusa nel Giro d’Italia e che venne inaugurata la prima sala cinematografica a Palermo.
Il 6 gennaio del 1959, dopo una vita decisamente piena e avventurosa, Vincenzo Florio morì a Épernay. Sebbene l’uomo si fosse sposato per ben due volte, non ebbe mai figli e lasciò quindi il mondo senza nessun altro erede che la Targa Florio e lo splendore di un’epoca che probabilmente non si è più visto da allora.