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Il coronavirus raccontato in latino: la curiosa versione di un liceo catanese

Nell’attesa di adeguarsi ai nuovi metodi didattici, ma di capire, soprattutto, come usarli, anche a scuola si sdrammatizza sugli effetti delle misure precauzionali per il COD-19. In un noto liceo catanese viene assegnata una versione di latino ad hoc.

C’è ancora molta confusione su come organizzare la didattica nelle aule ormai vuote. La chiusura delle scuole ha colto di sorpresa la scuola in sé, anche se il decreto parla chiaro. Ci si chiede come si farà ad andare avanti con i programmi, con le interrogazioni e i compiti in classe. Il cerotto momentaneo sembra essere quello consigliato dallo stesso decreto, cioè la didattica online attraverso l’uso di piattaforme dedicate. Tuttavia, sono ancora pochi i docenti e le scuole che sono riusciti ad adeguarsi alla novità.

Nel frattempo tutto continua a scorrere, direbbero gli eraclitei. C’è chi sperimenta nuovi modi, sotto forma di compiti per casa, per combattere la paura e l’ansia di un possibile contagio da Coronavirus. Così, ieri mattina gli studenti di quarto ginnasio di una classe del liceo classico “Nicola Spedalieri” sono stati svegliati dal buongiorno dei primi compiti da svolgere durante queste vacanze forzate. Tra questi spicca in prima riga una versione dal titolo “Schola in coronae viri temporibus”, cioè “La scuola ai tempi del Coronavirus”.

Il prof. Nicolosi, autore dell’insolita ma attuale versione, ha sintetizzato in modo chiaro e semplice la situazione attuale. Allo stesso tempo i suoi ragazzi diventano dei veri e propri “nominativi”, protagonisti attivi della vicenda, ognuno con le proprie caratteristiche che lo contraddistinguono. Jason e Fabrizio sono solo un esempio: il docente immagina i suoi studenti presi dalle loro cose da fare e come passano il tempo, lontano dal suono della campanella.

Gli studenti sicuramente si aspettavano di cercare una versione sul loro libro di testo, ma senza dubbio si sono divertiti a tradurre l’esperimento del loro docente. Infatti il professore ha colto l’occasione per dimostrare che una lingua antica (o, per alcuni, morta) come il latino è capace di raccontare un fatto di cronaca e di attualità come questo e, di conseguenza, di suscitare l’interesse dei ragazzi nei confronti di una materia che molto spesso crea qualche difficoltà.

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La versione in latino della “Scuola ai tempi del coronavirus”.
Maria Regina Betti

Laureanda in Lettere Classiche, appassionata di luci rosse e di rullini, si dedica alla fotografia digitale, analogica e istantanea.

Pubblicato da
Maria Regina Betti

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