Si rinnova l’appuntamento della rubrica fotografica di LiveUnict. Siamo stati ospitati nei capanonni e nelle sartorie etnee, dove ogni anno si lavora interrottamente per portare su strada una lunga tradizione popolare, e in esclusiva abbiamo immortalato i momenti che precedono la settimana del carnevale.
Una festa a rischio d’estinzione? Sicuramente il carnevale lo è. Sono pochi, infatti, i comuni dell’hinterland catanese che riescono ancora a farsi carico di un ciclo di eventi all’insegna dello scherzo e del divertimento. Tradizioni ormai assodate sono quelle dei carri di cartapesta di Acireale e dei costumi di Misterbianco, due modi differenti in tutto e per tutto di coltivare il folklore.
Nonostante le difficoltà, l’esercito che sta dietro alla fiumara di colori e di bellezza avanza senza sosta notte e giorno, per portare a termine i propri lavori. Costumisti, sarte, ingegneri, carpentieri, tecnici mettono assieme le forze per la buona riuscita dell’evento. Alta è la competizione tra i vari gruppi in maschera, che ogni anno vogliono sfoggiare il proprio genio creativo: i costumi e i carri restano segreti tra un gruppo per proteggere la propria originalità. Il carnevale, dunque, scorre nelle vene dei nativi misterbianchesi. Ma collaborano anche molti forestieri, soprattutto giovani, che vengono chiamati per le loro abilità e competenze.
Sono trascorsi ben quarantanni dalla prima sfilata in maschera all’interno della sede del CUP (Circolo Universitario Professionisti) di Misterbianco, quando un gruppo di universitari decise di vestirsi da “spaziali”. Pochi anni dopo, nel 1981, si aprirono le porte per la prima sfilata fuori le mura del circolo, sfilata che destò l’interesse di molti; tant’è vero che l’anno successivo si registrò la presenza di ben mille maschere sguinzagliate per le strade del paese.
I lavori di preparazione del carnevale di Misterbianco durano un anno esatto. Entro la fine di settembre le associazioni che intendono partecipare fanno pervenire alla commissione i loro progetti con le tematiche che intendono mostrare al pubblico. La commissione è composta da accademici, provenienti in particolar modo dall’Accademia di Belle Arti di Catania. Una tradizione, dunque, che oltre a rivendicare le proprie origini universitarie, ne rinnova annualmente anche un rapporto di collaborazione. Da ottobre fino a febbraio si dedica tutto il tempo per la costruzione dei carri e la creazione dei vestiti, con annesso trucco e parrucco.
Dopo il carnevale, i costumi vanno in trasferta nel mondo e a settembre si tiene un defilé con tutti i costumi della precedente edizione; così si salutano un’ultima volta e si aprono ufficialmente i lavori per la prossima edizione.
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