Nel cuore della via Sangiuliano, proprio davanti a piazza Manganelli e a pochi metri dal teatro Sangiorgi, si trova il CInAP dell’Università di Catania, il Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata. Una realtà che da oltre vent’anni si prende cura degli studenti con disabilità e che nel corso del tempo è diventata un progetto dinamico, non limitandosi a fornire servizi a chi ne fa richiesta ma favorendo percorsi sempre più inclusivi, nell’ottica di una maggiore comprensione della cultura della disabilità.
Le iniziative che partono dal Centro toccano tutti i momenti della vita universitaria degli studenti disabili, con l’obiettivo di dare a quest’ultimi pari opportunità rispetto al resto del corpo studentesco. Dal piano formativo in entrata al counseling psicologico e alle giornate di recruiting post-laurea, passando per il trasporto e lo sport, ne è passato di tempo da quando, nel ’99, l’Università di Catania ha costituito la “Sezione disabili”. Oggi anche il nome riflette il diverso spirito dei tempi. Un centro, infatti, è un punto di riferimento, per quelli che ne fanno parte e per chi vi si avvicina dall’esterno.
In cosa consistono, quindi, le attività del CInAP? Ne ha parlato con LiveUnict il presidente e delegato del Rettore per le Disabilità e i DSA, il professore Massimo Oliveri, ospitandoci per una mattina dentro la struttura che amministra dal 2013.
Il Centro inizia a muoversi sin dalle scuole superiori, con cui è in collegamento diretto e svolge delle giornate di presentazione, dove vengono mostrate le attività interne che permettono agli studenti disabili o con DSA di poter frequentare l’università. L’obiettivo è chiaro: “Evitare che si sentano ancora frasi come ‘non vado all’università perché non c’è l’insegnante di sostegno‘. L’università non prevede un docente di sostegno, ma un Centro come il nostro, con attività che servono a far crescere e percorrere la vita universitaria allo studente con un’integrazione che, come dice il nome stesso del CInAP, dev’essere attiva e partecipata”, dichiara Oliveri.
Il CInAP si rivolge infatti a tutti gli studenti iscritti all’Università di Catania che all’atto dell’iscrizione hanno una certificazione di invalidità o di Disturbi Specifici per l’Apprendimento e che fanno richiesta di essere supportati. Non si tratta, quindi, di un obbligo, ma di una scelta, tant’è vero che al momento il Centro segue soltanto il 50-60% degli studenti con disabilità iscritti. “Noto che il CInAp è ancora troppo poco conosciuto a livello locale – tiene a sottolineare Oliveri al riguardo –. La cosa che più mi spiace è che lo è anche all’interno della stessa università. Ci sono ancora docenti, colleghi che non sanno dell’esistenza del nostro centro, il ché si ripercuote nel nostro rapporto con gli studenti con disabilità”.
Gli studenti che ne fanno richiesta, tuttavia, accedono a numerosi servizi. Uno di questi avviene già al momento dell’iscrizione, dopo i colloqui conoscitivi, con la stesura di un piano formativo individuale verificato mensilmente o, laddove ve ne sia la necessità, anche in maniera più frequente, attraverso un piano dinamico che accompagna lo studente lungo tutta la sua carriera. “Ogni studente ha un nome, non è un mero numero di matricola”, aggiunge il docente a tal proposito. Inoltre, a ogni iscritto viene affiancato un tutor, che può essere un tutor specialistico dello stesso CInAP, e in questo caso si tratta prevalentemente di laureati provenienti da Scienze della Formazione, o uno dei tutor giovani, studenti già iscritti alla magistrale che partecipano a un bando annuale e che affiancano il collega. Tutto questo, tuttavia, non sarebbe possibile senza lo staff specialistico che completa la struttura del Centro e che ne costituisce, in un certo senso, anche il motore pulsante. Si tratta di un team, composto da tre psicologi, un’assistente sociale e una laureata in Scienze della Formazione, o Formatrice, come precisa lei stessa.
Il centro, poi, si mostra particolarmente sensibile agli studenti con disabilità motorie, per i quali esiste un servizio di trasporti unico nel suo genere. A differenza di molti altri atenei, che offrono un contributo economico per l’utilizzo di mezzi speciali, Unict dispone di un servizio di trasporto operante nell’ambito della provincia di Catania, che settimanalmente conduce gli studenti dal luogo di domicilio a quello di studio. Inoltre, per i bisogni specifici di chi si muove a Catania o nell’hinterland il CInAP utilizza anche un mezzo di sua proprietà, acquistato con il 5×1000 dei dipendenti donato all’Ateneo.
Un ulteriore servizio riguarda il post laurea, con attività di job placement attraverso contatti in uscita con aziende locali e non, con le quali esistono degli accordi e vere e proprie giornate di recruiting. “L’ambiente crea la disabilità – continua Oliveri -. Noi creiamo un anello tra lo studente, il laureato e le esigenze dell’azienda”. A ciò si accompagna il counseling psicologico, come quello affrontato in compagnia dei referenti universitari di Dipartimento e degli psicologi dello staff l’anno scorso: “Durante questo incontro gli studenti hanno manifestato le loro difficoltà. Si crea un percorso psicologico per cercare di favorire il loro inserimento in classe”. Infine, all’interno della struttura di via Sangiuliano è presente anche un’aula studio attrezzata, con ingranditori per studenti ipovedenti e altre attrezzature particolari.
Più di un semplice centro servizi
Come ama ribadire il professore Oliveri e come si è sottolineato in apertura, il CInAP è un progetto dinamico in continua evoluzione, dal quale si vuole far partire un messaggio che dia una diversa interpretazione di ciò che è l’università. Un chiaro esempio ne è la squadra di basket in carrozzina “CUS CUS Basket”, nata nel 2013 e sostenuta dal CInAP, che al momento milita in Serie B. Inoltre, gli iscritti al CInAp accedono gratuitamente ai servizi del CUS Catania, grazie a una convenzione stipulata tra i due enti in cui il Centro contribuisce per la metà.
“Coinvolgere i nostri studenti con gli altri colleghi e con tutti gli altri studenti dell’università è un lavoro che facciamo per dimostrare che non siamo solo un centro che eroga servizi“, sottolinea il professore Oliveri. Il luogo-simbolo di queste attività di Terza Missione è il cortile interno, un ampio spiazzo quadrangolare arricchito da ulivi e panchine. È stato ribattezzato “cortile dell’accoglienza” e, se le peculiarità architettoniche dell’edificio non lo avessero impedito, le mura sarebbero state trasparenti, in modo da rendere visibili anche all’esterno le attività svolte e il messaggio sociale che trasmettono. Qui a settembre si è parlato di Lampedusa e migranti con il medico ed eurodeputato Pietro Bartolo, mentre in estate, nell’ambito di Porte Aperte Unict, sono stati proiettati diversi film, con i colori del murales di Ligama a fare da costante sfondo.
Diverse attività del Centro si svolgono dentro questa cornice, ma numerosi stimoli vengono inviati anche dall’esterno. Per esempio il laboratorio teatrale, che per due anni consecutivi si è tenuto al teatro Machiavelli, o l’importante convegno internazionale “Venti Diversi” di novembre, che nell’Aula Magna del Monastero dei Benedettini, in occasione dei vent’anni di attività del CInAP, ha ospitato importanti relatori, come il professore Giacomo Rizzolatti, Presidente della Società Italiana di Neuroscienze, e il professor Ross Cooper, della London South Bank University.
Infine, un ultimo cenno alla rimozione delle barriere, una delle missioni fondamentali del Centro. Dal 2013, nel piano triennale dell’Università di Catania viene sempre inserito un capitolo di abbattimento delle barriere architettoniche, al fine di smantellare anno dopo anno gli ostacoli che impediscono agli studenti di seguire con regolarità. Si tratta di un percorso che passa anche dalla tecnologia. Come dichiara il professore Oliveri in riferimento a una nostra intervista alla studentessa dottoranda Paola Tricomi, in cui si auspicava l’uso di soluzioni moderne per garantire sempre la possibilità di seguire le lezioni, “lo streaming delle lezioni non è un’attività che possiamo fare noi. Abbiamo chiesto alla web tv d’Ateneo di attivare il servizio insieme a noi e stiamo lavorando su questo. Inoltre, stiamo lavorando in questo senso anche con gli interpreti LIS, in modo tale che ci sia la possibilità di seguire le lezioni anche da parte degli studenti non udenti“.