La neoministra di Scuola e Istruzione Lucia Azzolina finisce nei guai. Mentre si trova ad Auschwitz, impegnata nel suo nuovo ruolo istituzionale in una visita con alcune rappresentanze di studenti italiani, un articolo di Repubblica rimbalzato da diverse testate l’accusa di aver copiato la tesi di abilitazione all’insegnamento nelle scuole superiori.
Secondo il quotidiano, la ministra di origine siracusana ed ex studentessa di Unict, avrebbe copiato la tesi di abilitazione all’insegnamento secondario discussa a Pisa nel 2009. All’interno dell’articolo, l’accusa è di aver copiato le prime tre pagine della tesi abilitante, le uniche disponibili online del suo lavoro, che senza mezzi termini viene definito “un plagio”.
Massimo Arcangeli, autore dell’articolo e docente universitario presso l’Università di Cagliari, pone l’attenzione soprattutto su tre passi: il primo è preso dal “Dizionario di psicologia” di Galimberti, il secondo, che riguarda il ritardo mentale, è tratto dal “Trattato italiano di psichiatria” edito da Masson nel 1992, mentre il terzo è una ripresa del “Diagnostic and statistical manual of mental disorders”. In nessuno di questi passaggi viene inserito un virgolettato, né si riporta la fonte.
La notizia ha subito scatenato la reazione delle opposizioni, con il leader della Lega Matteo Salvini in prima fila a lanciare le accuse: “Fare peggio del ministro Fioramonti sembrava impossibile. E invece Azzolina ci stupisce: non solo si schiera contro i precari ma ora scopriamo che copia pure le tesi di laurea. Un ministro così non ha diritto di dare (e fare) lezioni. Roba da matti. Si vergogni e vada a casa”.
La risposta della ministra non si è fatta attendere, rispedendo al mittente le accuse e attaccando il numero uno del carroccio, pur senza, tuttavia, entrare nel merito dell’articolo di Repubblica.
“Non fatevi prendere in giro, non è né una tesi di laurea, né un plagio – ha dichiarato l’Azzolina -. Ho sentito tantissime sciocchezze in queste ore, d’altra parte non mi stupisce che Salvini non sappia distinguere una tesi di laurea da una relazione di fine tirocinio Ssis (scuola di specializzazione all’insegnamento secondario). Non ha mai studiato in vita sua e sarebbe strano se le distinguesse”, aggiungendo, dopo la richiesta di dimissioni arrivata a nemmeno una settimana dall’insediamento: “L’unica cosa che mi dispiace è parlare qui dal viaggio della memoria ad Auschwitz. D’altra parte l’anno scorso il ministro leghista Bussetti non si è presentato, e a maggior ragione era importante che io fossi qui oggi”.